Questo è un pezzo di formaggio… Montasio DOP

Ceci est un morceau de fromage, n’est-ce pas?

Come fondamento della nostra stessa esistenza, il cibo ha da sempre avuto una parte significativa nella nostra vista sociale e culturale. Perciò non c’è da stupirsi se anche l’arte figurativa prende spunto dall’arte culinaria.

Nei secoli, infatti, diversi artisti, pittori e scultori, si sono cimentati nel raffigurare il cibo, dipingendo nature morte, sontuosi banchetti, tavole imbastite di pietanze di ogni tipo. E alcuni di loro hanno utilizzato il formaggio come elemento della composizione artistica, tra questi si possono citare Salvador Dalì, con Persistenza della memoria, o le sculture contemporanee di Sarah Kaufmann.

Ma queste espressioni artistiche non sono solamente rappresentazioni della realtà, che narrano la storia e la società del tempo, hanno bensì dei significati nascosti e giocano su dicotomie e contraddizioni tra ciò che vediamo e ciò che l’arte invece esprime.

Ed è in questo frangente che René Magritte realizzò l’opera Ceci est un morceau de fromage (Questo è un pezzo di formaggio, 1936 o 1937, collezione privata), in cui il tema centrale dell’opera è la raffigurazione di un pezzo di formaggio.

Esponente belga del Surrealismo, avanguardia artistica influenzata dalle teorie psicoanalitiche di Sigmund Freud e dalla condizione umana a cavallo delle due guerre mondiali, Magritte, con la sua arte, decise di rompere con la razionalità e staticità della correlazione tra l’oggetto e il suo simbolo, ovvero tra ciò che l’oggetto rappresentato significa realmente.

Il tratto distintivo delle tele di Magritte è la contraddizione, per questo veniva soprannominato le saboteur tranquille (il disturbatore silenzioso). Così come aveva fatto con i dipinti Il tradimento delle immagini (La Trahison des images, 1929) e I due misteri (Les deux mysteres, 1966), anche con l’opera Questo è un pezzo di formaggio Magritte gioca sul paradosso, sulla totale assenza di logica e razionalità: colloca, infatti, il dipinto di una fetta di formaggio sotto la cloche di una alzata di vetro. Un gesto volto a disorientare chi osserva l’opera.

La domanda giunge spontanea: è realmente un pezzo di formaggio o è solamente il dipinto di un pezzo di formaggio?

L’intento di René Magritte è proprio questo, instillare dei dubbi nell’osservatore, portandolo a riflettere sulla realtà delle cose e sul significato che noi attribuiamo a loro.

Per noi non ci sono dubbi, questa è certamente una fetta di formaggio.
Precisamente, una fetta di Montasio DOP.

 

 

Autrice: Nicole Bragagnolo

Bombette di speck e Montasio DOP

Spesso i piatti più semplici sono i più gustosi, quelli che ci scaldano il cuore e di cui non sapevamo di aver bisogno fino a quando non addentiamo il primo boccone.

E così accade con le bombette di speck e Montasio; un’idea veloce e con pochi ingredienti, ma che saprà conquistarvi con la sua morbida bontà.

Gli ingredienti per 4 persone:

250 gr di Montasio Mezzano
12 prugne secche
180 gr di speck
2 mele Granny Smith
150 gr di sedano
20 gr di senape
100 ml di olio extravergine di oliva
20 ml di aceto di mele
20 gr di miele
100 gr di songino
100 gr di gherigli di noci

Iniziamo con il tagliare il Montasio Mezzano a cubetti e con l’incidere a metà le prugne, creando una tasca in cui andremo a inserire un cubetto di formaggio.

Prendiamo ora una fettina di speck, la adagiamo su un ripiano e avvolgiamo la prugna, fermandola con uno stuzzicadenti. Facciamo la stessa cosa con tutte le prugne che abbiamo e passiamole velocemente sul fuoco o in forno, così che il formaggio si sciolga un po’.

Nel frattempo, prepariamo l’insalata di accompagnamento. Tagliamo le mele a dadolini, tenendo anche la buccia, e il sedano a fettine sottili. A parte, in una ciotola facciamo la vinaigrette: uniamo la senape, l’aceto di mele e il miele e mescoliamo.

E ora impattiamo. Prendiamo il songino e adagiamolo sul piatto, aggiungiamo le mele e il sedano che avevamo già tagliato e condiamo il tutto con la vinaigrette. Uniamo le bombette di speck e Montasio e finiamo con qualche gheriglio di noce.

Et voilà, il piatto è pronto! Veloce e semplicissimo da preparare, ma pieno di gusto.

 

 

Autrice: Nicole Bragagnolo

Come utilizzare le croste di formaggio Montasio DOP

Del formaggio Montasio DOP non si butta via nulla, men che meno la crosta!

Sebbene infatti non sia un’usanza molto diffusa, la crosta del formaggio Montasio edibile può essere utilizzata in cucina in diversi modi, dando così una marcia in più ai sapori delle vostre pietanze e diventando protagonista in diversi piatti e spuntini.
Un’idea intelligente per evitare lo spreco di alimenti e per trasformare lo scarto in una prelibatezza!

Prima di poterle utilizzare è necessario pulire le croste di formaggio. Quindi dopo averle lavate e asciugate, dovrete togliere la parte esterna; con l’aiuto di una grattugia o di un coltello, eliminate tutto quanto fino a che le scritte saranno state tolte.
Ora le croste di Montasio DOP sono pronte per diventare l’ingrediente segreto di ogni piatto!

L’utilizzo più classico prevede l’aggiunta delle croste in minestre, minestroni e zuppe. In questo caso basterà tagliare le croste a pezzetti e aggiungerle alle verdure che bollono in pentola; man mano che si ammorbidiscono inizieranno a rilasciare il loro sapore deciso.

Ma la crosta può essere usata anche per i primi piatti, come paste e risotti. In questo caso si possono aggiungere dei pezzetti di crosta in cottura o durante la mantecatura, per rendere il tutto ancora più prelibato.

Per ricreare alcune ricette, però, la crosta dovrà essere ammorbidita: in questo caso basterà lasciare le croste in ammollo nel latte per una mezz’oretta circa prima di poterle utilizzare.

Le croste di Montasio DOP possono anche essere un ottimo spuntino e un’idea veloce per l’aperitivo. Infatti, sono molto buone fritte, ripassate in padella con un filo di olio, o impanate, entrambe da mangiare rigorosamente calde, per gustarne tutto il sapore e la croccantezza.
E perché non fare delle chips! Servirà solo tagliare a listarelle sottili le croste di Montasio DOP e passarle in forno, sulla piastra o, addirittura, in microonde: verranno fuori fragranti e saranno un ottimo abbinamento con salumi e verdure.

E se avanzano dei pezzi di crosta, conserviamole. Ma come? Se avete intenzione di consumarle entro la settimana, potete mettere le croste di formaggio dentro a dei contenitori (ancora meglio se sono ermetici) e tenerle in frigorifero. Per la lunga conservazione, invece, porzionatele e usate gli appositi sacchetti per alimenti per congelarle. Così sono sempre pronte all’uso e a portata di mano per rendere gustoso ogni tuo piatto.

E visto che è carnevale, ecco una ricetta con le croste di formaggio per creare la versione salata del dolce di questa festa: le chiacchiere salate ripiene di Montasio DOP.

Ingredienti:

  • 200 gr di farina 00
  • 1 uovo
  • 50 gr di burro
  • 100 gr di croste di Montasio DOP
  • 50 ml di latte
  • Sale
  • Olio per friggere

In una terrina mettere la farina setacciata, l’uovo, il burro a temperatura ambiente e un pizzico di sale. Mescoliamo bene e trasferiamo il composto su un piano di lavoro infarinato. Qui lavoriamo l’impasto fino a quando sarà diventato morbido e compatto.

A questo punto, con l’aiuto di un mattarello, stendiamo la pasta sottilmente, facendola diventare un rettangolo e dividiamola in due. Con una rotellina tagliamo la pasta in rombi. Su metà di questi mettiamo un pezzetto di crosta di formaggio, ricopriamo con un altro rombo e sigilliamo bene i bordi della chiacchiera.

Nel frattempo, mettiamo a scaldare l’olio per friggere in una padella, e quando è giunto a temperatura cuociamo le chiacchiere, facendole ben dorare su entrambi i lati. Con l’aiuto di un mestolo bucato, scoliamo le chiacchiere e adagiamole su un foglio di carta assorbente.

Come tocco finale, possiamo grattugiare un po’ di crosta di Montasio anche sopra servendo le chiacchiere salate ripiene al Montasio ancora calde.

 

 

Autrice: Nicole Bragagnolo

Flan di Montasio, crema di piselli e panna acida

I mesi invernali sono i mesi delle feste. Dicembre e gennaio sono i periodi dell’anno in cui ci si riunisce, in grandi tavolate famigliari o in piccoli incontri tra amici, tutti attorno a gustose e calde pietanze. Un momento conviviale di unione, aspettato da tempo.

E cosa servire ai nostri commensali se non un piatto dal cuore morbido e avvolgente che riscaldi gli animi resi un po’ freddi dalla stagione? Ve lo suggeriamo noi: il flan di Montasio con crema di piselli e panna acida.

Gli ingredienti per preparare questi flan, per 4 persone, sono 50 grammi di scalogno, 100 grammi di formaggio Montasio, 320 millilitri di panna, 2 tuorli, 2 uova intere, 100 grammi di burro, 500 grammi di piselli, sale e olio extravergine di oliva.

Per prima cosa prepariamo il flan. In un recipiente mettiamo la panna, uniamo i due tuorli e le due uova e mescoliamo con una frusta. Grattugiamo il Montasio e aggiungiamolo alla panna, aggiustiamo di sale e frulliamo il tutto. Con dell’olio evo spennelliamo i contenitori per il flan e versiamo il composto all’interno. Riempiamo una casseruola con dell’acqua (per circa metà del volume), adagiamo i nostri flan e inforniamo, in forno già caldo, a 150° per 40 minuti.

Passiamo ora a preparare la crema di piselli. In un pentolino soffriggiamo il burro con lo scalogno tritato finemente. Versiamo i piselli e aggiungiamo un po’ d’acqua per ammorbidirli. Saliamo, pepiamo e lasciamo i piselli sul fuoco fino a che non sono cotti. Facciamoli raffreddare un paio di minuti e poi frulliamo fino ad ottenere una crema morbida e liscia.

Per l’impiattamento, versiamo un paio di cucchiai di crema di piselli sul piatto. Togliamo il nostro flan di Montasio dallo stampino e adagiamolo sopra la crema di piselli. Aggiungiamo gli ultimi tocchi di panna acida, qualche fogliolina di insalata e il piatto è pronto.

Buon appetito!

 

 

Autrice: Nicole Bragagnolo

La magia delle feste, un momento Montasio DOP

Filastrocca di Natale,

la neve è bianca come il sale,

la neve è fredda, la notte è nera

ma per i bambini è primavera:

soltanto per loro, ai piedi del letto

è fiorito un alberetto.

 Gianni Rodari, L’albero dei poveri

 

E se la neve fosse bianca come il latte, a cadere sarebbero fiocchi leggeri di formaggio.

Morbidi e gustosi riccioli di Montasio DOP.

Natale è la festa più sentita in tutte le famiglie. Un’atmosfera magica si impadronisce di dicembre, e si diffonde attraverso le luci, gli alberi ricoperti di addobbi, i sorrisi della gente, gli auguri scambiati a gran voce, i regali sotto l’albero (pensati con cura per coloro che li riceveranno) e l’impaziente attesa dei bambini. E il calore non è solo quello che ci giunge dal camino o dalla stufa, ma dalla vicinanza con gli altri, dall’essere più buoni, dal pensare e preparare qualcosa per una persona a noi cara. Una magia che, se ci crediamo davvero, fa diventare realtà i sogni di tutti, grandi e piccini.

Ma è la cucina il luogo pulsante, quello dove fervono i preparativi. Perché Natale è anche convivialità e condivisione, soprattutto a tavola.

Ed è così che grandi pentole sobbolliscono ripiene di sughi prelibati, occupando tutti i fuochi disponibili, forni instancabili producono continuamente squisite leccornie dolci e salate e frullatori impazziti sminuzzano verdure e frutta secca per ripieni dai sapori decisi. Dagli aperitivi con gli amici alle cene con i parenti, ogni scusa è buona per ritrovarsi e passare del tempo insieme in un momento di festa.

E cosa c’è di meglio se non accompagnare questi momenti con Montasio DOP? Che sia Fresco, Mezzano o Stagionato, ogni stagionatura di Montasio regala sapore e gusto alle pietanze: una coccola che regaliamo, un gesto d’amore che doniamo ai nostri ospiti.

Dall’antipasto al dolce, il Montasio diventa così l’ingrediente principale della nostra tavola: un formaggio genuino, fatto con dedizione e passione.

E tra un pezzetto di Montasio e l’altro, mentre in sottofondo una lieve melodia natalizia si diffonde in tutta la stanza, aggiungiamo gli ultimi tocchi in casa: qualche addobbo per l’albero, la ghirlanda con il nastro rosso in centro alla tavola, qualche lucina sulle mensole, un paio di Babbi Natale di panno sul tavolino del salotto, gli ultimi regali. Si, quest’anno il Natale sarà davvero speciale!

Vi auguriamo un sereno Natale insieme alle persone che amate!

 

 

Autrice: Nicole Bragagnolo

Montasio DOP: tra verità e falsi miti

Come affermava lo scrittore francese Michael Tournier “Il formaggio costituisce, con il pane e il vino, la trinità della tavola europea”, e noi di Montasio non possiamo che essere d’accordo.

Diciamoci la verità: è davvero difficile resistere alla tentazione di questo prodotto che è al centro della nostra storia gastronomica e le cui origini risalgono alla nascita stessa della cultura mediterranea.

Ma… è troppo grasso? Mi farà male? Posso mangiarlo anche io? Light è meglio? Proviamo a fare chiarezza su alcuni argomenti che stanno molto a cuore a tutti tentando di sfatare i falsi miti sul formaggio e i suoi derivati.

Il formaggio fa male.

Il formaggio è un alimento ricco di proteine e ad alto contenuto di grassi, ma allo stesso tempo possiede un’elevata presenza di fosforo, calcio e Vitamina D. È un prodotto che può far male quando non è naturale, e soprattutto quando contiene ingredienti artificiali e presenta una lavorazione industriale, ed è proprio per questo motivo che gli esperti consigliano di consumarne solo buone tipologie facendo attenzione alla provenienza e al tipo di lavorazione. I formaggi naturali, come ad esempio il nostro amato Montasio, se consumati con la giusta moderazione ci possono donare grandi benefici.

Gli intolleranti al lattosio non possono mangiare il formaggio.

Ecco un altro falso mito sul formaggio e sul lattosio. Quante volte chi è intollerante al lattosio si è sentito dire di non poter consumare formaggio perché nocivo per la sua salute? Il lattosio può dare disturbi soprattutto nei prodotti lattiero caseari molto freschi, come latte, yogurt o ricotta, e questo avviene perché la molecola non ha ancora subito le fasi di trasformazione e scomposizione. Ma se parliamo di formaggi stagionati, ecco che in questo caso tali tipologie di prodotti sviluppano autonomamente il processo di trasformazione diventando così digeribili anche per le persone intolleranti.

Già a 60 giorni di stagionatura il Montasio è semplicemente privo di lattosio e quindi adatto anche alle persone intolleranti a questo zucchero. Dalle analisi di laboratorio è emerso infatti che nel formaggio Montasio il lattosio è presente con valori inferiori a 0,01 g per 100 g di formaggio, oltre 10 volte in meno del limite previsto dalla normativa nazionale e comunitaria.

Gli intolleranti al glutine non possono mangiare formaggio.

Generalmente i formaggi non comportano grossi rischi per le persone celiache se contenenti solo latte, sale e caglio. Tuttavia, alcuni prodotti realizzati con dinamiche industriali contengono amido e gelificanti aggiunti in sostituzione del grasso, e per questo possono rappresentare un problema.

Il Montasio, grazie alla sua ricetta rimasta immutata nel corso dei secoli, è perfetto anche per chi soffre di patologie legate alla presenza di glutine, e per far assaporare appieno il suo gusto proprio a tutti il Consorzio ha deciso di realizzare una serie di ricette gluten-free che potete trovare sul nostro canale YouTube.

In forme perfette, né troppo grandi, né troppo piccole, il Montasio è quindi adatto sia sulla tavola della famiglia che su quella dei ristoranti.

Non rinunciare al suo gusto inconfondibile e coccolati con il suo sapore dolce e raffinato che grazie alla sua alta digeribilità si adatta anche ai palati più sensibili.

 

 

Autore: Federico Mandolese

Montasio DOP: un gusto che ti strega!

Dolcetto o scherzetto? La notte di Halloween è ormai alle porte ed è ora di pensare a modi unici per coinvolgere tutta la famiglia nella festa più spaventosa dell’anno. E come riuscirci al meglio se non con un assaggio di Montasio DOP per dar vita ad una serata mostruosamente buona?

Ma per capire come rendere davvero unica questa festa, è importante conoscerne le origini per apprezzarne al meglio tutte le sfaccettature.

Tutto parte dalla cultura celtica dove, secondo un’antica tradizione chiamata Samhain, la notte del 31 ottobre era dedicata a celebrare la fine dell’estate. In particolare, gli abitanti dei villaggi avevano l’abitudine di bruciare dei cumuli di sterpaglie sulle colline per rinnovare l’erba dei pascoli e riportare le mandrie nelle stalle prima dell’inverno.

Con il tempo, però, il rito assunse un connotato sempre più esoterico e misterioso, in quanto i fuochi vennero considerati un’arma per tenere lontane le anime dei defunti che quella notte avrebbero varcato il confine dell’aldilà e sarebbero tornate a fare visita ai vivi. Fu proprio con l’obiettivo di mettere al sicuro la casa e i suoi abitanti dai morti, che in Irlanda prese piede la tradizione di svuotare la polpa di una rapa, incidendo la buccia per darle un’espressione demoniaca, e mettervi all’interno una piccola candela per illuminarla e sconfiggere così le tenebre. Gli irlandesi che immigrarono negli Stati Uniti portarono con sé anche questa tradizione, ma, poiché nel nuovo mondo non avevano a disposizione le rape, cominciarono ad utilizzare le zucche, che da quel momento divennero uno dei principali simboli di Halloween.

Ed ecco allora che questo ortaggio così centrale in questa tradizione diventa non solo lo strumento far divertire i più piccoli, ma anche un prezioso alleato per dar vita a preparazioni straordinarie sposandosi perfettamente con il gusto inconfondibile del Montasio DOP.

Un connubio rappresentato in maniera perfetta dalla ricetta delle zucche di Halloween aromatizzate al Montasio: bocconcini a base di pasta brisé con un cuore fresco di oliva verde per un grazioso e gustoso antipasto, ottime anche per un buffet o una cena in piedi.

Gli ingredienti per 8 persone sono:

  • 100 g di burro
  • 200 g di farina di grano tenero tipo 00
  • Sale fino
  • 2 cucchiai di acqua fredda
  • 40 g di Montasio Stagionato grattugiato
  • 6 g di coloranti alimentari in polvere di colore giallo
  • 1 g di coloranti alimentari in polvere di colore rosso
  • 16 olive verdi snocciolate
  • 16 pinoli

Per prima cosa bisogna ridurre il burro a pezzetti sottili e setacciare la farina a fontana sulla spianatoia. Dopodiché si procede a formare un foro al centro della farina unendo il burro, un pizzico di sale e il Montasio grattugiato. A questo punto è necessario lavorare rapidamente gli ingredienti con la punta delle dita, fino ad ottenere un composto slegato e sfarinato.

Si procede a sciogliere i coloranti alimentari nell’acqua, aggiungendoli al composto, e lavorando quest’ultimo fino ad ottenere una forma omogenea (se l’impasto risulterà troppo secco sarà necessario aggiungere ancora acqua fredda). Una volta pronto, bisognerà avvolgere l’impasto nella pellicola trasparente e metterlo a raffreddare in frigorifero per almeno 20 minuti.

Ora si trasferisce il composto su una spianatoia formando un cordoncino da tagliare in 16 pezzetti di dimensioni uguali che saranno poi appallottolati attorno ad ogni oliva.

A questo punto si dispongono tutte le palline in una teglia coperta con un foglio di carta da forno, appiattendole leggermente sulla sommità e incidendo dei solchi verticali con una lama liscia stondata (ad esempio il retro di un coltello) in modo che sembrino delle zucche.

Infine, si decora ogni zucchetta con un pinolo in modo che sembri il gambo dell’ortaggio e si inforna il tutto in forno preriscaldato a 180°C per 15 minuti circa.

Lasciar raffreddare almeno un’ora prima di servirle.

Non dimenticate infine di addobbare la casa in stile Halloween! Via libera quindi a finte tele di ragno, a teschi di cartone e all’immancabile zucca con il lumino per portare avanti la tradizione dei nostri antenati celtici.

 

 

Autore: Federico Mandolese

Settembre che passione: tasche di pollo arrosto con Montasio e peperoni

Il caldo si fa meno opprimente, le giornate si accorciano ed ecco che il mese di settembre segna il passaggio di stagione, lasciando il posto all’autunno e confermando la sua fama di mese di transizione per eccellenza.

E sebbene i sapori e i profumi della nuova stagione siano sempre più vicini, a tavola troviamo ancora i colori delle verdure estive come i peperoni, le zucchine, le melanzane e molti altri ortaggi che rendono la cucina settembrina colorata, creativa e divertente.

Ed è ancora una volta il nostro amato Formaggio Montasio a diventare il protagonista, con la ricetta delle tasche di pollo arrosto con Montasio e peperoni, di un piatto veloce e gustoso, ideale per i menù che sanno ancora d’estate ma che vogliono abbracciare con gioia l’arrivo della nuova stagione.

Per eseguire questa ricetta (per 4 persone) abbiamo bisogno di 4 supreme di pollo con la pelle da circa 220 grammi, 100 grammi di Montasio fresco, 300 grammi di peperoni mix, 60 grammi di polenta, 200 gr di acqua, burro, sale, pepe, timo ed olio evo.

Prima di tutto è necessario tagliare a cubetti fini il Montasio e i peperoni. Dopodiché si procede a rosolare questi ultimi in padella per circa 4 minuti aggiustando, se necessario, di sapore. Una volta raffreddati, si possono unire i peperoni ai cubetti di Montasio.

Tramite l’utilizzo di un coltello si procede a ricavare dalle supreme delle tasche laterali per poi farcirle con il ripieno aiutandosi con una sacca da pasticceria o con un cucchiaio.

A questo punto è possibile arrostire su entrambi i lati il pollo posizionando le supreme sulla padella con del burro caldo per poi terminare la cottura in forno a 200 gradi per circa 8-9 minuti.

Fatto ciò, sarà necessario dedicarsi alla preparazione della polenta e per farlo bisognerà scaldare l’acqua con il sale, il timo e l’olio aggiungendo la polenta a pioggia per poi rimestare e portare a cottura.

Una volta terminata la cottura, si dovrà stendere la polenta sul piatto, adagiandovi sopra il pollo tagliato a metà.

Una proposta veloce e ricca di sapore dove ancora una volta il formaggio Montasio DOP diventa il vero protagonista.

Vi auguriamo buon appetito!

 

 

Autore: Federico Mandolese

Montasio DOP: una poesia di sapori

La donzelletta vien dalla montagna,

In sul calar del sole,

Col suo fascio dell’erba; e reca in mano…

un pezzettin di Montasio!

 

Giacomo Leopardi, Il sabato del formaggio

 

La storia italiana può vantare una lunga lista di letterati che hanno saputo raccontare la loro epoca e i loro pensieri in un modo talmente unico da essere ricordati anche a distanza di decenni.

Emblemi di cultura e conoscenza, che con le loro parole sono riusciti a trasmettere il giusto valore della nostra lingua e della nostra cultura facendo emozionare intere generazioni.

E nei loro versi trova posto anche un prodotto iconico come il formaggio, che affiora nel ricordo di molti scrittori italiani e diventa il protagonista non solo di romanzi e poesie, ma anche di componimenti privati e di lettere, costituendo così un legame che va ben oltre la produzione letteraria, e diventa una prova inconfutabile del forte rapporto che lega il popolo italiano con questo alimento.

Ed in questo panorama così ampio e ricco di gusto questa relazione assume sfaccettature diverse a seconda dell’autore. Per Corrado Alvaro, ad esempio, esso diventa quasi un prodotto magico quando descrive il latte che bolle nei grandi contenitori in rame, mentre per D’Annunzio rappresenta il ricordo dei piatti tipici della sua regione di cui diviene protagonista.

Giovanni Boccaccio nel Decamerone descrive la contrada del Bengodi e cita una “montagna di parmigiano grattugiato” su cui venivano fatti rotolare “maccheroni e raviuoli”, dando così un’importante indicazione dell’uso che se ne poteva fare del formaggio in cucina. Mentre la prosa del Petrarca immortala l’abbinamento più iconico tra formaggi e frutta: “Addio l’è sera. Or su vengan le pera, il cascio e ‘l vin di Creti”.

È con Leopardi, però, che esso entra nella vita privata dell’artista divenendo oggetto di ricordi e discorsi privati, come nelle lettere che il poeta manda al padre che recitano “Il dono che ella mi manda mi sarà carissimo, e mi servirà per farmi onore con questi miei amici, presso i quali trovo che l’olio e i fichi della Marca sono già famosi, come anche i nostri formaggi che qui stimano più del parmigiano, il quale non ardisce di comparire in una tavola signorile: bensì vi comparisce una forma di formaggio della Marca, quando se ne può avere, ed è cosa rara”.

Il rapporto che la letteratura ha costruito con il formaggio è dunque senza luogo e senza tempo. Una relazione nata dalla necessità di portare su carta la relazione intima che esiste tra uomo e cibo e che Montasio racconta ogni giorno portando sulle nostre tavole un prodotto di grande qualità e dal gusto unico.

 

 

Autore: Federico Mandolese

MONTASIO DOP: un arcobaleno di colori a tavola

La giusta scelta dei colori a tavola è in grado di suscitare una molteplicità di emozioni e può giocare un ruolo fondamentale favorendo l’appetito e invitando tutti i commensali all’assaggio.

Il risotto con crema di piselli, Montasio e rapanelli è un’ottima dimostrazione di ciò: un capolavoro in grado di esaltare al meglio il colore e il gusto di questi ortaggi davvero gustosi, trasformando la ricerca di una combinazione armonica tra colori e sapori in cucina in una vera e propria arte!

Delicato, avvolgente e cremoso, grazie al nostro Montasio DOP, questo primo piatto si dimostra sempre il giusto alleato per realizzare un pranzo coi fiocchi e stupire i propri ospiti.

Si tratta di una ricetta molto veloce da realizzare e per ottenere questo Signor risotto basterà seguire alcuni semplici passaggi.

Il primo passo è quello di dosare adeguatamente gli ingredienti, e per questa ricetta (per 4 persone) saranno necessari: 320 grammi di riso carnaroli, 20 grammi di cipolla bianca, 800 ml di brodo di carne, 20 grammi di burro, 100 grammi di Montasio Mezzano, 8 rapanelli, sale e pepe. Per la crema, invece, serviranno 200 grammi di piselli bolliti e 100 ml di brodo di carne.

Per prima cosa è necessario arrostire i rapanelli in una padella con 10 grammi di burro senza dimenticarsi di salare. Per ottenere una crema di piselli omogenea e deliziosa, basterà frullare, assieme al brodo di carne, i piselli precedentemente bolliti e raffreddati con un minipimer.

Fatto ciò, possiamo passare al riso, che dovrà essere versato (insieme ad un pizzico di sale) in una casseruola precedentemente riscaldata per essere tostato a secco. Non appena il riso sarà ben caldo e inizierà a rilasciare il suo profumo, potremo aggiungere la cipolla tritata finemente per poi mescolare delicatamente.

A questo punto il riso è pronto per l’aggiunta del brodo di carne, che dovrà essere caldo e versato poco per volta in modo che il riso sia sempre sommerso durante tutta la sua cottura (non appena il brodo viene assorbito sarà necessario aggiungerne altro fino al termine della cottura).

Una volta che il riso sarà pronto (dopo 17-18 minuti circa) potremo versare la crema di piselli e spegnere la fiamma.

Arriva quindi la fase della mantecatura: si procede aggiungendo 10 grammi di burro e 40 grammi di Montasio per poi mescolare fino a farli sciogliere completamente. Terminare il piatto con qualche cubetto di formaggio e i rapanelli arrostiti.

Fatti conquistare dall’armonia di colore e sapore di questo piatto estremamente raffinato e, come si dice in questi casi, buon appetito!

Programma di Sviluppo Rurale 2014/2020 – Bando per l’accesso individuale – Sottomisura 3.2 approvato con D.G.R. n.1069, dd.25.06.2019

 

Autore: Federico Mandolese