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Da dove nasce la fobia per il formaggio

I consigli del dott. Emanuel Mian, PhD- Psicologo/psicoterapeuta – Responsabile scientifico Emotifood.

Le fobie sono paure, intense e difficili da scacciare, che proviamo per qualcosa che non è un vero e proprio pericolo ma che percepiamo come una minaccia.
Mentre starete leggendo queste righe il vostro primo pensiero potrebbe andare al timore per i ragni o per gli aghi, paure comuni insomma, ma ben pochi penserebbero che ci sono numerose persone che temono un alimento nello specifico: il formaggio. L’innocuo latticino può quindi diventare oggetto di una fobia e rappresentare un vero e proprio “tallone d’Achille” difficile da gestire. Quel che è peggio, la turofobia (questo il nome tecnico) spesso viene sottostimata e anche derisa, rendendo ancora più difficile, per chi ne soffre, parlarne e cercare dei rimedi. Altri ancora la mascherano riferendo una sorta di allergia ma la realtà, purtroppo è ben diversa.
L’avversione per il formaggio può anche rientrare nelle fobie alimentari, ossia una repulsione verso un alimento, che spinge a evitarne qualunque tipo di contatto: mangiarlo, vederlo, toccarlo, sentirne l’odore. La sensazione di fastidio può affievolirsi magari quando a livello sensoriale non è pienamente percepito: per questo alcuni tollerano il formaggio se mascherato nelle varie pietanze e accettano più facilmente la mozzarella, diversa dagli altri latticini per forma e profumo.
E’ importante dire che le persone fobiche, sono sostanzialmente ansiose e tendono quindi a evitare le situazioni associate alla paura, ma alla lunga questo meccanismo diventa una vera e propria trappola. Infatti, la strategia principale è di evitare i formaggi, le situazioni in cui il formaggio può essere presente a tavola, ma può portare persino ad aver timore del colore giallo.
L’evitamento non fa altro che confermare nel tempo la pericolosità della situazione evitata, anche se in realtà non sarebbe accaduto nulla, e prepara all’evitamento successivo. Se evitare, diminuisce temporaneamente l’ansia, dall’altra aumenta la sfiducia nelle proprie capacità di fronteggiare la situazione e quindi aumenta il senso di inadeguatezza, specie se il timore è di portare alla bocca del semplice e buon formaggio che piace quasi a tutti!
Quel che è peggio è rappresentato dal fatto che, il timore verso gli alimenti, qualsiasi essi siano, porta ad evitare molte situazioni sociali: dal pranzo al lavoro o all’università sino a temere ad una serata tra amici, sino ad avere sintomi tipici quali la tachicardia, la sensazione di nodo in gola sino a temere il soffocamento.
Oltre a ciò, ci sono anche comportamenti particolari con tutto ciò che è venuto a contatto con il formaggio, tipo cambiare le posate che lo hanno toccato o lavarsi le mani prima di affrontare altri cibi.
Immaginare di non mangiare mai una pizza con la mozzarella sembra difficile da credere per chi non soffre di questa fobia, ma questo timore è meno raro di quanto si possa immaginare.
Ovviamente qui parliamo di fobia ma a tutti sarà capitato di avere un familiare o un amico che ha una repulsione per il formaggio. Questo, a livello sensoriale, riguarda soprattutto le donne, ed è molto presente nei bambini, specie nei confronti dei latticini dal sapore deciso, come il gorgonzola o il taleggio. Molto spesso, questo fastidio migliora con il tempo ed i piccoli imparano quindi con gli anni ad accettarne il gusto, se avvicinati ad essi adeguatamente, mentre se questa problematica permane in età adulta è difficile superare l’avversione, ma non impossibile.
Ma perché alcune persone provano emozioni molto forti verso un alimento? Beh, ovviamente non parliamo di allergia o intolleranza che sono cose ben diverse, ma di un forte disgusto, innato o indotto, che porta al rifiuto parziale o totale di quel sapore sino al punto da non tollerare l’idea di vederlo o immaginarlo sulla propria tavola. Puo’ essere presente un episodio traumatico a cui è collegato il formaggio, al quale la psiche lo associa da quel momento. Per esempio, essere stati obbligati da piccoli a finire quell’alimento, aver iniziato a mangiare il formaggio quando si era sazi ed essere costretti a portare a termine l’azione e così via..
Il gradimento o il disgusto nei confronti di alcuni cibi, può avere una predisposizione ereditaria, dato che la percezione di un sapore come quello del formaggio è gestita da almeno una trentina di geni. Può essere anche questo il motivo per cui alcuni adorano il gusto del formaggio e altri lo detestano e continuano a farlo anche se provano ad avvicinarsi a questo alimento.
Ovviamente c’è anche una componente ambientale e famigliare che può favorire o meno l’avvicinamento e il gradimento: i sapori della dieta materna raggiungono il liquido amniotico, parzialmente deglutito dal feto, e continua nell’infanzia. È stato dimostrato, inoltre, che i pasti in famiglia influenzano le scelte future rispetto al gusto. Questo significa che, se in famiglia non si consuma il formaggio, per emulazione non lo faranno neppure i piccoli di casa o lo faranno difficilmente.
L’avversione nei confronti di questo alimento, durante la crescita, può anche essere dettata da una sorta di autoregolazione dell’organismo che, quando quel cibo viene assunto in gran quantità, spinge a ricercarne altri per soddisfare tutti i fabbisogni nutrizionali. Un bambino, potrebbe rifiutare i secondi a base di formaggio perché il suo corpo ha più bisogno di carne o di pesce.
Il consiglio per i genitori è di lasciare una certa libertà di scelta degli alimenti e non insistere se il piccolo manifesta un’avversione, che può anche essere temporanea.
Nei casi rari in cui la fobia è tale da condizionare la quotidianità, si può pensare a un percorso di psicoterapia del comportamento alimentare, meglio se a indirizzo cognitivo-comportamentale ma che preveda sia la presenza dello psicologo che della dietista.

Ecco i miei consigli
1. Parla a te stesso per combattere la tua paura e fidati di te quando ti dici che potrai batterla
2. Leggi di cosa hai paura. Leggi ricette, articoli su diversi formaggi, abbinamento con vini ed altri alimenti ecc.
3. Inizia gradualmente e aumenta la dose gradualmente.
4. Parla della tua conquista. Sii entusiasta e di ‘a tutti quelli che vogliono ascoltare.
5. Trova idealmente qualcuno con cui puoi condividere i tuoi passi.

E non dimenticare che anche chi ti scrive, da piccolo, nascondeva il formaggio sotto al tavolo, ma ora da adulto, non ne potrebbe fare a meno!
Datti tempo… dai tempo.

Montasio: una produzione sostenibile e di qualità

Le dinamiche produttive attente ai consumatori moderni vengono raccontate da Francesco Marangon, economista agrario dell’Università di Udine, tra i membri consultivi del CdA del Consorzio per la Tutela del Formaggio Montasio.

La zona di produzione del formaggio Montasio, originariamente limitata all’omonimo massiccio, comprende oggi l’intera regione Friuli Venezia Giulia, le province di Belluno e Treviso, e parte delle province di Padova e Venezia.

La produzione del Montasio rispecchia la tendenza generale del comparto produttivo e degli altri formaggi a pasta cotta e semidura, suoi diretti concorrenti. Mentre nei primi anni del 2000 la produzione complessiva di formaggio Montasio superava il milione di forme l’anno, negli ultimi anni le forme prodotte sono state intorno alle 800 mila; nel 2017 hanno raggiunto quota 794 mila, corrispondenti a circa 5.600 tonnellate. Da notare che, nell’anno in corso, la produzione appare in crescita rispetto all’anno precedente, a fine settembre 2018 le forme prodotte sono state 625 mila, contro le 581 del settembre 2017, con un aumento pari al 7,41%. Nel 2018 si supereranno ampiamente le 850 mila forme, registrando un sensibile aumento rispetto agli anni precedenti.

Il miglioramento delle performance può essere spiegato con l’adozione di nuove strategie di penetrazione commerciale e la scelta di ampliare la gamma di prodotti. In primo luogo, le decisioni strategiche riguardano essenzialmente il lavoro fatto per rilanciare l’identità specifica ed il posizionamento del prodotto, anche attraverso la partecipazione a fiere ed eventi di rilievo. In secondo luogo, la volontà di rispondere al meglio alle esigenze sempre più diversificate delle diverse tipologie di consumatori, si è concretizzata con il lancio di nuovi formati monoporzione e con la crescente visibilità garantita dalle produzioni biologiche di Montasio DOP, così da venire incontro anche ai consumatori più attenti alle scelte di responsabilità e sostenibilità ambientale. Una tradizione gastronomica offerta da imprese che sanno evolversi senza tradire i propri valori.

 

 

Montasio e vini: gli abbinamenti per un “marriage” perfetto.

Michele Biscardi, noto sommelier della F.I.S. (Fondazione Italiana Sommelier), analizza le caratteristiche sensoriali del Formaggio Montasio DOP per suggerire i vini che meglio si abbinano a questa eccellenza della gastronomia italiana.

Sebbene sia originario del Sud, diversi prodotti gastronomici del Friuli Venezia Giulia, che oramai considero la mia Regione, mi hanno da sempre affascinato. Uno di questi è il Montasio DOP, che ritengo essere, al pari di un buon vino, un’espressione e una bandiera del territorio in cui viene prodotto. Una prelibatezza che mi concedo anche come piacevole intermezzo durante una chiacchierata con gli amici.

Il Montasio è un formaggio versatile, che può essere gustato in diverse stagionature: fresco, minimo due mesi, semi stagionato, minimo 4 mesi, stagionato, sui dieci mesi e addirittura stravecchio, più di diciotto mesi (click qui per approfondire le stagionature: http://www.montasio.com/il-formaggio-montasio/). Prendendo in prestito il linguaggio dei degustatori di formaggi, il Montasio si definisce un formaggio a crosta sottile e liscia; il colore che inizialmente è paglierino chiaro, con l’avanzare della stagionatura, diventa più carico; come la pasta, che si fa più dura e friabile. Anche l’occhiatura, quei buchetti che si notano al taglio del formaggio, diventa sempre più rada e fine con il passare dei mesi.

Dal punto di vista organolettico, questo formaggio si contraddistingue per i persistenti profumi di erbe, di latte cotto e di fieno. Al gusto rilascia una piacevole nota dolce e una lieve acidità; nel Montasio stagionato prevalgono la sapidità e una leggera piccantezza che non dispiace. Il formaggio va gustato lentamente per percepirne tutti i sapori. Nelle varie zone della lingua, infatti, si distinguono differenti sensibilità per i 4 sapori fondamentali: il dolce si sente in maggior misura sulla punta; l’acido e il salato ai lati; l’amaro in fondo. A dire il vero vi è anche un quinto sapore, poco noto, si tratta dell’”umami”, un gusto fondamentale identificato nel 1908 dal chimico giapponese Kikunae Ikeda. In giapponese, questo termine significa “saporito” e indica, per l’esattezza, il sapore di “glutammato”, particolarmente presente in cibi ricchi di proteine, come la carne, il prosciutto crudo e, appunto, il formaggio.

In tema di abbinamento, è in base alle diverse stagionature del formaggio che si individua la tipologia di vino più appropriata. Per il Montasio fresco consiglio un vino rosso giovane, non troppo strutturato e/o morbido, come un Merlot o un Pinot Nero di ottima qualità. Con il Montasio stagionato, invece, è ottimo un Cabernet Franc, oppure un Refosco dal Peduncolo Rosso o ancora uno Schioppettino, ovvero vini strutturati e con un carattere ben definito sia per morbidezza che per alcolicità. Ma il Montasio stagionato si sposa molto bene anche con il principe dei vini dolci italiani: il Picolit, un vitigno a bacca bianca, autoctono del Friuli, che è apprezzato in tutto il mondo.

Va detto, infine, che anche il gusto personale rimane un criterio da considerare per scegliere il giusto vino da abbinare a una pietanza. Perché ogni buon pranzo e ogni buon vino sono delle vere emozioni da vivere in prima persona.

Le 4 cose che non sapevi sul Formaggio Montasio.

Che il Montasio Dop sia un formaggio a pasta cotta, semidura, dalla occhiatura di piccola grandezza omogenea su tutta la sezione è noto, ma alcune caratteristiche di questa eccellenza della gastronomia italiana rimangono ancora sconosciute ai più.

In primo luogo, il formaggio Montasio prende il nome dall’omonimo Altopiano situato nelle montagne friulane, da ciò deriva la falsa convinzione di alcuni che la zona di produzione comprenda solo la Regione Friuli Venezia Giulia, invece include anche tutto il territorio delle province di Treviso e Belluno ed in parte le province di Venezia e Padova.

Inoltre, spesso si pensa che tutti i prodotti che derivano dal latte contengano lattosio, ma è una deduzione errata. Infatti, la produzione di alcuni formaggi stagionati prevede l’aggiunta al latte di alcuni batteri, che eliminano il lattosio trasformandolo in acido lattico. Questo si verifica anche per il Montasio a 2 mesi di stagionatura, che è naturalmente privo di lattosio e di conseguenza adatto anche a chi è intollerante a questo tipo di zucchero. Nello specifico, dalle analisi di laboratorio è emerso che nel Montasio il lattosio è presente con valori inferiori a 0,01 g per 100 g di formaggio, oltre 10 volte in meno del limite previsto dalla normativa nazionale e comunitaria.

In pochi sanno che il formaggio Montasio, come il latte e lo yogurt, contiene triptofano, aminoacido che agisce da precursore della serotonina, ovvero il neurotrasmettitore che insieme alla melatonina svolge un’azione calmante e contribuisce a regolare il ritmo del sonno. Anche il calcio, contenuto nel Montasio, aiuta a calmare il sistema nervoso, riducendo lo stress.

Infine, occorre sfatare il mito che il formaggio faccia ingrassare. Infatti, da uno studio condotto dall’University College di Dublino su un campione di 1500 persone di età compresa tra i 18 e i 90 anni, è emerso che i consumatori di formaggio e latticini presentano un indice di massa corporea inferiore e livelli più bassi di colesterolo rispetto a chi non li consuma oppure predilige latticini a basso contenuto di grassi. Quindi anche gli amanti del formaggio Montasio possono stare tranquilli per la propria linea, ovviamente facendone un consumo adeguato in base all’apparto calorico, che è riportato nella tabella nutrizionale visionabile a questo link: http://www.montasio.com/educazione-nutrizionale/.

I 5 posti più strani in cui mangiare il Formaggio Montasio: la classifica.

Attimi rubati alla routine quotidiana, quelli in cui regalare al corpo e alla mente una pausa, quelli in cui concedersi uno spuntino genuino, come un pezzetto di Formaggio Montasio Dop. Un’eccellenza della gastronomia italiana da gustare in uno scenario fuori dagli schemi. Ecco la classifica dei “Momenti Montasio” più stravaganti, da provare almeno una volta nella vita.

 

  • In una casa sull’albero. Tra gli incontaminati boschi di Ugovizza in Friuli Venezia Giulia spunta una casetta in legno. Fin qui nulla di strano, se non che la dimora in questione ha la forma di una pigna e si trova a 10 metri di altezza, al livello delle cime dei pini. Una notte in un posto così magico va festeggiato con un aperitivo a base di Prosecco e cubetti di Montasio Fresco.

 

  • Prima di lanciarsi con il bungee jumping. Nato sull’Isola di Pentecoste (Pacifico) come rito di iniziazione all’età adulta e praticato buttandosi da torri di bambù con liane legate alle caviglie, il bungee jumping è diventato una pratica sportiva nel 1993. Da quella data i giovani e meno giovani sfidano la paura del vuoto lanciandosi da strutture attrezzate con appositi elastici. Cosa mangiare prima di affrontare un salto nel vuoto da oltre 100 metri di altezza? Un pezzetto di Montasio Stagionato, ricco di preziosi nutrienti come il calcio e le vitamine (maggiori informazioni a questo link: http://www.montasio.com/educazione-nutrizionale/).

 

  • Su una mongolfiera. “Quando camminerete sulla terra dopo aver volato, guarderete il cielo perché là siete stati e là vorrete tornare”. Disse Leonardo Da Vinci. E così dicono quelli che hanno sperimentato il volo in mongolfiera. Visto che la mongolfiera segue le correnti del vento, durante il viaggio si potrebbero avvertire alcuni scossoni. Meglio quindi portare con sé uno spuntino veloce da tenere con una mano sola, in modo da usare l’altra per reggersi saldamente all’impugnatura presente sul bordo della cesta. Un’idea potrebbe essere un gustoso tramezzino con prosciutto cotto e Montasio Mezzano.

 

  • Dopo una nuotata con i delfini. In un parco marino di Malta, accompagnati da un addestratore professionista, è possibile vivere l’esperienza di tuffarsi nella vasca insieme a questi mammiferi particolarmente intelligenti e sensibili. Una volta finito di nuotare con i delfini e prima di andare ad incontrare i leoni marini, c’è il tempo per mangiarsi un hamburger con radicchio e Montasio, che è facilmente digeribile e ricarica con gusto senza appesantire.

 

  • Durante una “bonfire night”. Perché non provare l’usanza americana di riunirsi con gli amici attorno a un falò durante una notte di cielo sereno? Invece di arrostire i marshmallows, come fanno i cugini d’oltreoceano, si potrebbero intingere dei crostini di pane in una deliziosa fonduta di Montasio.

 

La colazione salata con il Montasio: la carica giusta per iniziare la giornata!

Cosa mangiano gli italiani a colazione? Da un’analisi realizzata dalla Doxa negli ultimi 10 anni emerge che è sceso, dal 92% all’86%, il numero di persone che fanno colazione, anche se i nutrizionisti sono concordi nell’affermare che si dovrebbe sempre fare per fornire carburante al cervello e regolare gli indici glicemici. In testa alle preferenze di chi fa colazione ci sono i biscotti, scelti da sei italiani su dieci, ovvero dal 58%; seguono pane e fette biscottate con marmellata, creme spalmabili o miele, graditi dal 19%; in terza posizione pressoché a pari merito, con una percentuale di consensi intorno al 9%, troviamo: brioches/merendine, cereali e yogurt. Infine, solo il 7% della popolazione sceglie esclusivamente cibi salati come primo pasto della giornata.

 

Ma la colazione salata apporta numerosi benefici all’organismo, infatti secondo la University of Missouri, la colazione che include almeno 35 grammi di proteine derivanti da latticini, uova o carne magra riduce il senso di fame, favorisce il mantenimento del peso-forma e stabilizza i livelli di glucosio nel sangue, aiutando così a prevenire il diabete di tipo 2.

 

Qualche idea per una colazione salata bilanciata? Il Formaggio Montasio è un ottimo ingrediente per preparare piatti buoni ma anche sani, infatti fornisce principi nutritivi preziosi come le proteine, il calcio, il fosforo, il ferro e le vitamine A, B ed E. Inoltre, essendo il Montasio stagionato almeno 2 mesi naturalmente privo di lattosio, è adatto anche alle persone intolleranti, maggiori informazioni a questo link: http://www.montasio.com/educazione-nutrizionale/.

 

Cosa preparare con il Montasio per colazione? Un toast con pane integrale, una fetta di Montasio e due fette di prosciutto cotto più un succo d’arancia. Oppure una deliziosa omelette alla francese. La ricetta? Si rompono 3 uova in una ciotola, si aggiusta di sale e pepe e si sbatte con una forchetta. Si imburra una padella antiaderente e quando è ben calda si versa il composto, appena il fondo si è cotto si aggiungono 4 fette sottili di Formaggio Montasio fresco, infine con una paletta si piega l’omelette a metà e si serve ancora calda accompagnata da un caffè espresso. Prendersi il tempo per fare una buona colazione è una sana abitudine alla quale non si deve rinunciare!

 

“Abbinamenti con il Montasio Dop: i consigli dello chef Cesare Gasparri”

Cesare Gasparri (https://scuola.lacucinaitaliana.it/i-nostri-chef/cesare-gasparri) è originario di Pesaro, dopo varie esperienze nella ristorazione, tra cui quelle con figure di spicco come Gualtiero Marchesi e Luciano Tona, si è trasferito a Milano per lavorare a “La Cucina italiana”, dove la tradizione culinaria si sposa con l’innovazione e la creatività. Lo chef ci suggerisce oggi tante idee sfiziose a base di Montasio e abbinamenti gourmet tutti da sperimentare. Scopriamoli insieme.

 

Il formaggio Montasio Dop dà il meglio di sé, anche dal punto di vista nutrizionale, quando viene abbinato alla frutta, inclusa quella esotica, l’importante è calibrare e dosare bene i due ingredienti. Come preparazioni, un chutney di mango può accompagnarsi bene al Montasio stagionato che ha un gusto e un profumo intensi. Anche il cocco può essere accostato al formaggio, basta fare attenzione a bilanciare la dolcezza del piatto. Ad esempio si può preparare una crespella con cocco fresco, cacao amaro e Montasio fresco grattugiato. Un altro connubio particolare è quello dei cubi di Montasio fresco fritti con una salsa ai frutti rossi, l’acidità di questi ultimi aiuterà a pulire bene la bocca tra un boccone e l’altro, rendendo particolarmente piacevole l’esperienza gustativa. La frutta secca, insieme alle spezie, può essere utilizzata invece per preparare dei coreografici lecca-lecca (cialde) di Montasio, capaci di stupire i commensali più esigenti.

 

Per un secondo piatto buono e sano, al Montasio si possono abbinare le verdure, che forniscono vitamine e minerali che vanno ad aggiungersi alle proteine e al calcio del formaggio (per saperne di più: http://www.montasio.com/educazione-nutrizionale/). Un esempio può essere un’insalata di rape miste, preparata con sedano rapa crudo, barbabietola rossa bollita e rape bianche crude o arrostite, accompagnata con la salsa al Montasio, oppure la verza gratinata al forno con Montasio. Nella scelta dei frutti dell’orto da portare in tavola, è meglio tenere in considerazione la stagionalità, così da ottenere il massimo delle sostanze nutritive da ogni prodotto. In autunno, si possono preparare degli ottimi tortelli di zucca ripieni di Montasio come primo piatto, oppure un secondo a base di cubi di Montasio e cubi di zucca fritti. Anche i funghi si abbinano più che bene al formaggio. Una lasagna con funghi e “fonduta” al Montasio (fonduta in questo caso con una besciamella leggerissima in modo da ottenere una lasagna morbida) o un cappello di fungo porcino arrostito intero alla griglia, poi spolverato con del Montasio grattugiato e gratinato in forno, faranno venire l’acquolina in bocca a tutta la famiglia.

 

Un altro mix assolutamente da provare è quello del Montasio con il pesce. In particolare, il cefalo, pesce di fondale dal sapore intenso, è ottimo farcito con fettine sottili di Montasio mezzano e cotto al forno o a vapore. Altra proposta da provare è quella del salmone arrostito abbinato a una salsa di Montasio, un piatto delicato e saporito al tempo stesso.

 

Basta un pizzico di originalità e con il Montasio si possono realizzare piatti buoni, belli da vedere e soprattutto sani. A breve lo chef Cesare Gasparri ci guiderà passo dopo passo alla scoperta di deliziose ricette gourmet. Seguite la Pagina Facebook per rimanere aggiornati: https://business.facebook.com/FormaggioMontasio/.

ll formaggio Montasio DOP “Prodotto della Montagna” (PDM) e “Solo di Pezzata Rossa Italiana” (PRI): il “ritorno al futuro” della tradizione casearia.

Le innovazioni di prodotto e di processo possono contribuire a rafforzare il legame di un’eccellenza italiana come il Montasio DOP con il territorio e le tradizioni.

 

Se in passato il focus delle produzioni casearie era sulla selezione di razze bovine ad alta specializzazione produttiva e sull’industrializzazione della trasformazione, oggi sono diventate prioritarie l’origine del prodotto e la tutela tanto dell’ambiente quanto del benessere animale. Temi, questi ultimi, ai quali il consumatore presta sempre maggiore attenzione.

 

In questo contesto si inserisce la sperimentazione, finanziata dal Centro di Ricerche e Innovazione Tecnologica in Agricoltura e portata avanti dall’Università degli Studi di Udine con la collaborazione dell’Associazione Allevatori del Friuli Venezia Giulia, a supporto della produzione del formaggio Montasio Dop con la doppia indicazione “Prodotto della Montagna” e “Solo di Pezzata Rossa Italiana”.

 

Per fregiarsi del marchio Montasio Dop, il formaggio deve rientrare nella zona di produzione indicata dal Consorzio di Tutela:  http://www.montasio.com/il-formaggio-montasio/#zona-di-produzione. Inoltre, può essere classificato come “Prodotto della Montagna” solo il formaggio fatto con latte crudo raccolto, lavorato e stagionato (minimo 60 giorni) sopra i 600 metri di altitudine. L’ulteriore specifica “Solo di Pezzata Rossa Italiana” si riferisce al latte che deve derivare da animali iscritti al Libro genealogico di questa razza, riconosciuta come “razza bovina di utilità nazionale” già negli anni Cinquanta. Ma da dove deriva la Pezzata Rossa e quando si è diffusa? Questo tipo di mucca origina da un’azione di miglioramento genetico dell’antica razza Friulana, svolta attraverso successivi incroci con la Friburghese prima e la Simmenthal poi. Questa razza si è diffusa molto nei primi anni Sessanta in tutte le Regioni, tanto che nel 1986 la Pezzata Rossa Friulana è diventata Pezzata Rossa Italiana.

 

Le proprietà nutrizionali e organolettiche del formaggio sono fortemente influenzate dall’alimentazione delle mucche, che nel periodo estivo sono lasciate libere di pascolare. La produzione del Montasio Dop nelle zone alpine ha positive ricadute sull’ambiente, in quanto contribuisce alla tutela dell’agrobiodiversità e al mantenimento di aree adibite a prato e pascolo, oltre che sull’occupazione degli abitanti di questi luoghi.

 

Il Montasio DOP-PDM-PRI è già disponibile presso la Malga Montasio, raggiungibile comodamente in auto da Sella Nevea (Comune di Chiusaforte), e presso gli spacci del Caseificio di Ugovizza.

Il Montasio sale in cattedra.

La cultura della sana alimentazione si costruisce fin da piccoli. Per questo il Consorzio per la tutela del formaggio Montasio ha realizzato una serie di incontri formativi negli Istituti Professionali Alberghieri di alcune provincie del Veneto e del Friuli Venezia-Giulia. Il progetto ha già coinvolto un migliaio di studenti. Il Presidente del Consorzio, Maurizio Masotti, ha affermato come questo impegno rientri in un piano molto più ampio di rilancio del marchio e sia una delle attività volte a sensibilizzare i consumatori.

Lo scopo principale è sensibilizzare gli studenti e le generazioni future riguardo le qualità e le specificità nutritive di questa eccellenza gastronomica del territorio (per maggiori informazioni: http://www.montasio.com/educazione-nutrizionale/). Ma come si sono svolti gli incontri? Il primo appuntamento si è tenuto presso l’Istituto professionale Dieffe di Noventa Padovana, dove i ragazzi hanno avuto l’occasione di esporre un proprio progetto scolastico, nominato “Italian food lovers, Ambasciatori dell’italian food nel mondo”, con lo scopo di realizzare una serie di eventi dimostrativi nelle scuole alberghiere di tutta Europa, incrementando la notorietà di alcuni prodotti italiani fra i quali, non poteva mancare, il Montasio dop.

Nel corso dei vari appuntamenti gli studenti hanno avuto la possibilità di partecipare ad un’esperienza multisensoriale attraverso la preparazione, il taglio e la degustazione del prodotto. Inoltre, i ragazzi hanno potuto dimostrare le proprie abilità in cucina presentando agli ospiti un menù a base di Montasio. Fatto curioso è stato che durante la degustazione la maggior parte degli studenti abbia manifestato una certa maturità di gusto, dichiarando la propria preferenza per il Montasio Stravecchio, quello con 10-18 mesi di stagionatura.
Visto il grande coinvolgimento generato dagli incontri formativi, nel 2019 è previsto un ampliamento delle attività a tutto il Triveneto con l’implementazione di eventi ludico-gastronomici, open day in latteria e tante altre iniziative dedicate a bambini e ragazzi, perché non è mai troppo presto per imparare a nutrirsi bene.