La Malga di ieri e di oggi

Il termine “Malga” deriva dalla tradizione latina delle Alpi centro-orientali e significa “pascolo in quota”. Col tempo si è cominciato ad associare questa parola anche alle strutture complessive funzionali all’allevamento del bestiame, soprattutto nel periodo estivo. Ma negli ultimi decenni qualcosa è cambiato, sia dal punto di vista delle attività associate a questo termine, sia nel rapporto che la malga e i suoi malgari instaurano con la società.

In passato, il sistema tradizionale della “transumanza” si articolava su tre livelli altimetrici: dall’autunno alla primavera, gli animali venivano mantenuti in stalla, presso strutture a fondovalle e versanti a quote più basse; successivamente, con l’arrivo della primavera il bestiame veniva spostato verso i prati-pascoli, situati a media quota, dove tornavano in autunno per rientrare a fondo valle; nel periodo estivo, invece, i pascoli venivano portati alle quote più alte, ossia il livello delle malghe. Questo sistema prevedeva il sostentamento di un numero definito di animali, attraverso delle risorse ambientali limitate, che a loro volta spingevano l’organizzazione verso un mero scambio tra prodotti per l’uomo e nutrienti per la terra.

Nei decenni scorsi, il numero degli allevamenti, soprattutto quelli di modeste dimensioni, è diminuito rapidamente. Per contro, le poche e grandi aziende ancora presenti sul territorio hanno aumentato il numero di capi di allevamento, sostituendo, soprattutto, le precedenti razze autoctone e rustiche, con altre altamente specializzate nella semplice produzione del latte.

Questo progressivo cambiamento e trasformazione dello scenario ha di conseguenza modificato anche il sistema tradizionale di gestione della transumanza: per trasferire gli animali dal fondovalle alle malghe e viceversa, al giorno d’oggi vengono utilizzati i grandi mezzi di trasporto, portando così ad un progressivo abbandono del pascolo a media quota.

Da un altro punto di vista, negli ultimi anni è stato riscontrato un significativo ritorno alla concezione e ideologia del passato, che vede nella malga una realtà multifunzionale. In sostanza, cresce l’interesse da parte di nuovi fruitori della montagna, come i turisti. Ciò spinge le organizzazioni a coniugare le esigenze produttive ed ambientali con quelle sociali, con tanto di soddisfazioni e riconoscimenti da parte delle politiche comunitarie.

Questa rinascita della malga nella concezione comune non risulta sufficiente però a garantire la sopravvivenza delle aziende, se non quelle che sono state capaci di intraprendere delle innovazioni sia a livello gestionale e produttivo, sia come ruolo di struttura multifunzionale.

Concludendo, oggi la malga si sta spostando verso il connubio tra il pascolo degli animali e le attività turistico-ricreative. Come in Malga Montasio, dove è possibile cimentarsi in attività di trekking e partecipare a visite guidate presso musei storici e punti di interesse botanici e faunistici. Il tutto unito alla possibilità di gustare un pasto a base di formaggio Montasio DOP, così da assaporare in soli due bocconi, il delicato Fresco e il saporito Stagionato, la storia di un prodotto fortemente legato al nostro territorio.

Malga Montasio: un viaggio attraverso i 5 sensi.

In un mondo in cui le innovazioni tecnologiche e il materialismo spingono l’uomo verso una realtà sempre più virtuale, spesso ci si dimentica che esistono luoghi autentici, come le malghe di montagna, dove è possibile connettersi con la natura e riscoprire se stessi.

Ecco che salire in Malga Montasio significa fare un’esperienza sensoriale di immersione totale in un paesaggio da favola, dove i 5 sensi vengono chiamati a prestare la massima attenzione. Come in un quadro, lo sguardo si perde tra le distese di alti faggi ed abeti, che lasciano appena intravedere il cielo attraverso i lunghi rami dove trovano riparo scoiattoli, picchi e cince, e i campi di fiori colorati, che alternano asfodeli, gigli e botton d’oro. Continuando ad osservare il paesaggio, si possono notare caprioli, cervi, camosci e stambecchi, che passeggiano tra torrenti e ruscelli. Il rumore dello scroscio dell’acqua libera la mente, prima di cedere il passo al sussurro del vento tra gli alberi. Se si ascolta il silenzio si sente come sia pieno del ronzio degli insetti, che mantengono in equilibrio l’ecosistema, garantendo la sopravvivenza dei maestosi rapaci e di numerosi altri animali. Se ci si sposta in direzione dell’alpeggio, si possono ascoltare gli inconfondibili suoni delle campane delle mucche e i loro versi durante il pascolo. E se gli animali si fanno avvicinare, una delle esperienze più belle è accarezzare il loro manto, ispido a tratti spinoso, ma fresco come la terra.

Avvicinandosi alla Malga, una folata di vento porta con sé il delicato profumo del latte appena munto, e poi quello più pungente delle forme stagionate. E giunge il momento dell’assaggio. In base alla stagionatura di Montasio scelta, il gusto cambia in un caleidoscopio di sfumature. Si passa così dal sapore soave e sottile del Montasio Fresco al gusto saporito e deciso del Mezzano e dello Stagionato, fino ad arrivare alla  nota piccante dello Stravecchio, il formaggio ideale per un palato raffinato.

 

Il Montasio DOP protagonista nel Menu delle Feste

Hai già deciso quali piatti portare in tavola durante le feste natalizie? Se sei a corto di idee, ecco due proposte gustose, ma facili da preparare, rese saporite dall’ingrediente per eccellenza: il formaggio Montasio DOP, che è un alimento non solo saporito ma anche ricco di nutrienti come il calcio e le proteine.

La prima ricetta è quella della torta salata con prosciutto e Montasio fresco a forma di albero di Natale. Si procede a stendere un rotolo di pasta sfoglia, sulla quale adagiare 150 gr di prosciutto cotto a fette e ancora sopra altri 150 gr di Montasio fresco a fette. Si arrotola poi il tutto dal lato lungo, sigillando bene i bordi. Si taglia il rotolo a fette non troppo sottili e su una carta da forno si compone con queste girelle, rivolte verso l’alto, la forma di un albero di Natale. Si spennella con uovo sbattuto, si decora l’alberello con qualche oliva nera e pomodorino, e si inforna a 180° per circa 30 minuti. Il consiglio è quello di verificare la cottura della pasta sfoglia con uno stuzzicadenti.

La seconda proposta è quella di un primo piatto raffinato e colorato, proprio del rosso che richiama il Natale. Si tratta del risotto con melograno e Montasio stagionato. Per prima cosa si prepara un trito di scalogno da far appassire in padella con abbondante olio d’oliva. Poi si aggiungono 320 gr di riso (per 4 persone) e si fa tostare, prima di aggiungere poco alla volta del brodo vegetale. Poco prima del termine della cottura, si unisce il succo di 2 melograni. Infine, a fuoco spento, si fa mantecare con 150 gr di Montasio stagionato e si serve guarnendo il piatto con qualche chicco di melograno. Non resta che augurare buon appetito e buone feste!

Natale solidale in casa Montasio insieme al Banco Alimentare FVG: donati dal Consorzio 87 chilogrammi di formaggio per le famiglie bisognose

Il fenomeno dello spreco alimentare va combattuto attraverso la collaborazione, il Consorzio di tutela del Montasio Dop si impegna da sempre su questo fronte, e quest’anno ha deciso di donare più di 87 chilogrammi di formaggio al Banco Alimentare del Friuli Venezia Giulia. Una rimanenza che deriva da una esclusiva selezione di prodotti che saranno segnalati nella nuova edizione de “La Guida dell’Espresso” dedicata ai formaggi Dop.

“Si tratta di una quantità di formaggio pari a 29 mezze forme del nostro miglior Montasio – puntualizza il Presidente del Consorzio Valentino Pivetta – che abbiamo pensato di destinare all’Associazione non profit che opera dalla fine degli anni ’90, in tutto il territorio del Friuli Venezia Giulia e parte del Veneto, per ridurre lo spreco alimentare e dare sostegno ai più bisognosi”.
I responsabili del Banco Alimentare FVG confermano infatti che porzioni significative di questi formaggi saranno destinate a diverse famiglie tra le più numerose e bisognose del territorio.

Un ringraziamento particolare va ai soci produttori del Montasio Dop come il Consorzio Agrario – Latteria di Venzone, Latteria Modolo di Roverbasso, Latteria Cooperativa Valcanale di Ugovizza, Cooperativa Lattebusche di Busche di Cesio Maggiore, Caseificio Moro di Motta di Livenza, Latteria Cooperativa di Marsure di Aviano, Latteria Cooperativa di Tarzo e Revine Lago, Latteria Cooperativa di Fontanafredda, Latteria Cooperativa Valli del Natisone di Cioìvidale, Caseificio Tre Valli di Usago di Travesio, Latteria Cooperativa di Summaga, Latteria Cooperativa di Maron di Brugnera, Associazione Allevatori FVG – MalgaMontasio, Caseificio Badin di Cimpello di Fiume Veneto, Caseificio della Savia di Basiliano e Latteria Cooperativa di Coderno.

ll Montasio Dop è amico della linea, anche a Natale!

E’ vero, le feste natalizie in arrivo non sono il periodo migliore per prestare attenzione alla linea. Però, mentre passiamo da un cenone all’altro, possiamo fare attenzione alla qualità e quantità degli alimenti che mangiamo.
Molte leggende metropolitane ritengono che durante i periodi di dieta, il formaggio sia un alimento nemico della bilancia. Spesso ci si dimentica che, nelle giuste quantità, questo prodotto è invece importante fonte di tanti nutrienti essenziali per lo sviluppo, come il calcio, proteine, grassi, fosforo, vitamina D e tanto altro, dove ognuno ha un beneficio specifico. Il perfetto equilibrio nutrizionale del Montasio Dop, lo rende un alimento adatto al consumo quotidiano.

Ma la domanda fondamentale è “come inserire in modo corretto il Montasio Dop nella nostra dieta, senza subirne troppo le conseguenze a fine mese?”
La prima regola da scrivere nei post-it che verranno attaccati al frigorifero è “Mai mangiare il formaggio come antipasto o come conclusione”. Infatti, spesso si commette l’errore di considerare il formaggio come un accompagnamento o contorno, quando invece ha tutti i nutrienti di un’ideale seconda portata.
Da qui si risale alla regola successiva: “Mai accostare il formaggio ad altri alimenti proteici, come carne o pesce”, ma utilizzarli uno in sostituzione dell’altro. Altri cibi che si consiglia di evitare nello stesso piatto del formaggio sono burro o dolci, a maggior ragione se contenenti olio di palma o simili.
Per quanto riguarda la quantità, alcune ricerche hanno dimostrato che sarebbe ideale assumere 50 g giornalieri di Montasio Stagionato, circa un etto di Fresco e più o meno 125 g di latte o yogurt, possibilmente magro; ma alcuni sondaggi hanno evidenziato come noi italiani spesso invertiamo ed eleviamo tali quantità, accumulando grassi, sali e calorie e perdendo allo stesso tempo alte quantità di nutrienti come il calcio.
Inoltre, lo stagionato essendo maggiormente ricco di grassi, va consumato con moderazione, cercando di non superare i 50 g a pasto e non tutti i giorni.

Per concludere con un consiglio spassionato per chi ama il formaggio, e il Montasio Dop in particolare, questo alimento va tolto dal frigo almeno mezz’ora prima di essere mangiato: questo perché, essendo freddo, ha meno sapore, tendendo a consumarne dosi eccessive per soddisfare il proprio palato e raggiungere la sazietà.

Con il Montasio, il Natale è tutto da gustare!

C’è aria di Natale, e di regali, anche in casa Montasio! E a stuzzicare i palati degli amanti del buon formaggio ci ha pensato il Consorzio con il suoi nuovi cofanetti regalo di pura bontà e genuinità. Una proposta articolata in più formati per soddisfare chiunque, con diverse grammature e più stagionature.

“Un’idea che piace molto – afferma il Presidente del Consorzio, Valentino Pivetta – che ha entusiasmato i nostri soci e soddisfa la richiesta di chi ha il piacere di fare un omaggio di qualità, riconosciuta. Il Montasio è un formaggio genuino, controllato e veramente adatto a tutti, anche per chi soffre di intolleranze perché è naturalmente privo di lattosio. La marcatura apposta alla produzione dal nostro Consorzio di Tutela a 60 giorni, ne garantisce l’identità, l’origine e il rispetto delle caratteristiche dei disciplinari”.

Da Fresco, Mezzano, Stagionato e Stravecchio, con il formaggio Montasio Dop si può spaziare dal gusto più morbido a quello più deciso e gli spicchi partono dal chilogrammo in su. E’ solo una questione di gusti!

Decorazioni natalizie con formaggio Montasio: segnaposti tutti da gustare.

Il Natale è alle porte e oggi vogliamo darvi alcuni piccoli suggerimenti per realizzare delle decorazioni originali e gustose con il formaggio Montasio Dop.

Per creare dei bellissimi e buonissimi “segnaposti”, quello che occorre è 1 rotolo di pasta sfoglia rettangolare, 1 albume, 80g di salumi a piacimento tra mortadella, prosciutto o salame, 50 g di Montasio Stravecchio da grattugiare e infine altro formaggio Montasio di stagionatura più breve per la base. Prima di tutto bisogna stendere la pasta su un piano, tagliare tante striscioline di ugual misura lunghe 5-6 centimetri circa e spennellarne la superficie con l’albume d’uovo. Successivamente tagliare a strisce il salume scelto e appoggiarlo sopra ad ogni striscia di pasta, facendola aderire bene, per poi aggiungere il Montasio grattugiato. Per dare la forma dell’albero, a questo punto arrotolare su sé stessa ogni striscia, prima in parti più piccole per creare la punta e poi proseguire piegando la pasta in modo sempre più ampio. Quando la striscia avrà le sembianze di un alberello, allora infilzarlo con uno spiedino e inserire tutti i segna posti in forno a 180° per 15 minuti, fino a quando non appariranno dorati. Una volta cotti, sull’altra estremità dello spiedino, infilzare un cubetto di Montasio più molle e quindi meno stagionato, in base alle vostre preferenze.

Per rendere il segnaposto più colorato e simpatico, si possono aggiungere sulla punta dell’albero una ciliegina di pomodorini o un’oliva. Oppure si consiglia anche la variante secondo la quale al posto dell’albume si utilizza la besciamella, o ancora di spennellare con un tuorlo d’uovo la pasta prima di infornare. Si possono anche inserire delle targhette identificative con i nomi degli invitati sulla parte in legno dello spiedino, per rendere il segnaposto ancora più originale.

Non ci rimane che augurarvi buon appetito e Buon Natale!

Gita in Malga Montasio: una giornata per riscoprire la natura e la buona tavola

Quest’anno la neve non si è fatta attendere sulle montagne friulane ed è già tempo di rispolverare le ciaspole. Un itinerario dal fascino naturalistico, ma adatto anche ai meno esperti, è quello che parte da Sella Nevea. Si tratta di una passeggiata magica tra boschi ed alpeggi, che sfocia in un panorama stupendo: l’altopiano del Montasio abbracciato da un anfiteatro di cime ammantate da una coltre di neve.

Il percorso sale da Sella Nevea alla casera Cregnidul, passa per Casera Parte di Mezzo e Casera Larice, nelle vicinanze del rifugio Brazzà, per poi ritornare a Sella Nevea attraverso la strada asfaltata che durante l’inverno è coperta di neve. Prima di intraprendere il cosiddetto “giro delle malghe” occorre valutare le condizioni della neve, poiché quando le precipitazioni sono più intense non si escludono slavine causate sa distacchi spontanei.

Poco sopra Sella Nevea si trova la Malga Montasio, situata sull’omonimo altopiano ad un’altezza tra i 1500 ed i 1800 metri sul livello del mare. Si compone di 1064 ettari, dei quali in bella stagione la metà è destinata al pascolo. Vi si trovano anche un ristoro agrituristico, dove è possibile passare la notte e una latteria, presso la quale è disponibile il Montasio “Prodotto della Montagna”, fatto solo con latte crudo raccolto, lavorato e stagionato (minimo 60 giorni) sopra i 600 metri di altitudine. La piacevolezza del gusto e le proprietà nutritive del Montasio faranno in breve recuperare le forze perse durante la passeggiata nella neve, facendo venire voglia di ritornare presto sull’altopiano del Montasio.

Formaggio in musica: l’Hip Hop vince sulla classica

Far ascoltare musica classica ai bambini è ormai una prassi conosciuta in tutto il mondo. Anche i vigneti con le note di Mozart e Beethoven fanno parlare sempre più di sé. Ma chi hai mai letto notizie sul formaggio invecchiato a suon di musica hip hop?

Si parla della nuova branca della scienza, la Sonochimica, che ha come oggetto lo studio e l’approfondimento dell’effetto diretto e indiretto delle onde sonore e delle risonanze sui corpi solidi di qualunque tipo, quindi anche del cibo.
L’esperimento è stato ideato e messo in pratica da Beat Wampfler, veterinario e produttore di formaggi, in collaborazione con gli studenti e ricercatori dell’Haute école des arts (Universita delle Arti) di Berna, ed è passato alla storia come “Cheese in Surround Sound – a culinary art experiment”.

Lo studio ha avuto luogo in un caseificio risalente al 1853, nella zona di Burgdof in Svizzera, dove 8 forme di formaggio, di circa 40 cm di diametro e tutte appartenenti allo stesso lotto di produzione, sono state inserite in 8 cassette di legno differenti, e lasciate stagionare per 6 mesi. Ognuna di queste cassette era dotata di un dispositivo audio posto sotto la forma, che riproduceva in loop per 24 ore al giorno un determinato genere di musica. Alcune cassette prevedevano la musica classica con i flauti di Mozart, altri i grandi successi dei Led Zeppelin, altri ancora la musica Rep, piuttosto che l’Hip-Hop, il Jazz o la Techno. Solo una cassetta è stata lasciata in silenzioso, per poter notare un’eventuale differenza.

Al termine della fase di stagionatura, il 14 Marzo 2019 le cassette sono state aperte. È stato effettuato un blind test da un panel di degustatori professionisti, ripetuto due volte per poter ottenere un risultato il più possibile oggettivo. Quel giorno, gli esiti hanno lasciato a bocca aperta i presenti. Gli enzimi ed i batteri del formaggio, che sono direttamente responsabili del gusto, hanno recepito un determinato tipo di musica, facendo in modo che ogni forma assumesse un sapore distintivo. Inaspettatamente, l’Hip-Hop ha battuto la musica classica, conferendo alla propria forma un sapore eccezionalmente fruttato, con un gusto e un profumo ben distinguibili dagli altri campioni.

Chissà se anche al Montasio Dop sarà gradita la musica Hip-Hop, in ogni caso rimangono invariate le caratteristiche nutritive di questo eccezionale alimento, quali la naturale assenza di lattosio dai due mesi di stagionatura e la ricchezza in proteine e calcio, che lo rendono un alimento non solo buono ma anche prezioso per completare una sana alimentazione.

Frico con pop corn: la nuova moda di New York

Da molti anni, il frico preparato con il Montasio Dop è sbarcato a New York, tanto da essere inserito nei menù gourmet di alcuni del migliori ristoranti della città. Infatti, già più di 20 anni fa, Joe Bastianich e sua madre Lidia lo presentarono alla Grande Mela sotto forma di street food, in un ristorantino chiamato Frico Bar. Ma si sa che agli americani piace personalizzare le ricette, e così lo chef Jean-Georges Vongerichten, capo cuoco del ristorante con tre stelle Michelin del Trump Hotel, ha creato un frico con Cheddar, il formaggio inglese dal caratteristico colore arancione, e con… i pop corn. Un piatto che la rivista Time Out e il New York Magazine hanno nominato “pop corn – Cheddar Frico”.

Gli appassionati si chiederanno perché aggiungere i poc corn al frico? Secondo lo chef stellato, sono ideali per aumentare la croccantezza del piatto e devono essere incorporati nel formaggio mentre questo si sta ancora sciogliendo. Ovviamente la notizia ha scatenato un po’ di clamore e numerose critiche da parte dei sostenitori della ricetta originale, che al di là di tutti le sperimentazioni, rimane un piatto ambasciatore della cucina italiana nel mondo. Tanto più quando è preparato con il formaggio per eccellenza, ovvero il Montasio Dop, che dai 2 mesi di stagionatura è naturalmente privo di lattosio e quindi adatto anche alle persone intolleranti a questo zucchero.