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E a Natale? Montasio!

Il Montasio Dop nelle versioni più fresche è un formaggio versatile e morbido, facile da coniugare con altri mille ingredienti tutti italiani: è un alimento che senza dubbio si presta a innumerevoli usi sulla tavola di ogni stagione.

Ma andiamo a vedere nel dettaglio qualche idea golosa per arricchire la nostra dieta con il Montasio Dop tutto l’anno e in particolare durante le imminenti feste natalizie!

In primavera e in estate per esempio lo metteremo in morbidi cubetti nella pasta fredda, nell’insalata di riso e nelle insalatone di verdure o cereali insieme alle noci, alle mandorle, alle olive, ai capperi e ai semi che più ci piacciono.

In autunno lo gusteremo tutti riuniti intorno alla tavola sotto forma di fonduta, o fuso sulle patate arrostite in padella (tipo Frico, per intenderci) oppure squagliato in scaglie sottili sulle uova fritte!

Per l’inverno ci viene da pensare subito alle feste e alle belle tavole imbandite, quindi ecco che visualizziamo alberelli di natale fatti con listelle di Montasio tutte sovrapposte, o anche stuzzichini tipo spiedini di delizie: una pallina di Montasio, un’oliva denocciolata, un bel cubetto di speck o di un qualsiasi altro affettato, una fettina di avocado o un chicco d’uva e infine una strisciolina di peperone arrostito alla brace, per esempio, ma gli ingredienti sono davvero infiniti e gli unici che non devono mai mancare sono: la fantasia e la voglia di sperimentare tutti insieme in cucina.

Ovviamente sulla tavola delle feste non mancheranno lasagne o cannelloni ripieni di carne o verdure resi filanti dal Montasio, oppure la gamma illimitata dei risotti, che prima di essere serviti a tavola possono essere mantecati con del Montasio grattugiato fino al posto del burro per quel tocco di sapore e leggerezza in più che renderà i nostri piatti speciali, da veri gourmet!

E non mancherà mai il Montasio sui taglieri con i salumi tipicamente invernali che serviremo davanti al camino durante gli aperitivi in casa (con un buon prosecco), o come antipasto e ancora negli spuntini per i bambini, come i classici panini con sottili fette di Montasio e prosciutto cotto racchiusi in due morbide fette di pane fresco.

Leggero e unico nel suo genere, digeribile, ricco in calcio, proteine e altri minerali utili al nostro organismo, il Montasio ci accompagna durante tutto l’anno e tutte le stagioni della nostra vita. In lui vivono i pascoli delle nostre valli, l’aria buona della montagna e i cieli azzurri sopra la Malga, oltre all’amore e all’attenzione che mettiamo in tutte le fasi della produzione.

Non ci resta che augurare a tutti Buon Appetito!

 

Autore: Emanuela Valentini

 

 

Natale inedito. Il quarto Re Magio: Montasio, in bicicletta dalla malga al presepe.

Il Natale, si sa, è la festa più attesa dell’anno, la più dolce, la più luminosa. E si sta avvicinando carico di promesse, desideri da realizzare e favole meravigliose da ascoltare a tavola o accoccolati davanti al camino.

A tal fine vi vogliamo raccontare una storia che ha dell’incredibile e che pochissimi conoscono perché fa parte della grande conoscenza delle montagne e come tale sopravvive nella discrezione. È una storia di dolcezza e umorismo che vi farà sorridere e guardare al Natale come mai avete fatto prima, sentendovi anche un po’ protagonisti.

Tutti conosciamo la genesi del Presepe: Gesù bambino nasce in una stalla appena fuori Betlemme e viene adagiato nella mangiatoia piena di fieno caldo, sotto lo sguardo amorevole dei suoi genitori e degli animali che dormivano lì dentro e che con il loro tepore scaldavano la stanza.

Fino qui siamo tutti d’accordo? Ok, allora andiamo avanti.

Tutti sappiamo chi sono i Re Magi, ma è tempo di chiarire una grande verità: i grandi re che arrivarono al seguito di una stella cometa a porgere omaggio al bambinello appena nato non furono tre, ma quattro!

E c’è di più: non tutti loro venivano dal lontano Oriente coi loro cammelli. Già. Perché uno, il quarto Re Magio, appunto, era delle nostre parti e si è recato a Betlemme a bordo della sua bicicletta.

Non viene menzionato nella versione ufficiale della storia perché arrivò leggermente in ritardo e i giornalisti se n’erano già andati, tutto qui. Eppure fu lui a fare la differenza quella notte.

Si tratta di Montasio, giovane Re delle montagne del Friuli, anch’esso esperto di astrologia e filosofia come i suoi illustri colleghi, grande conoscitore dell’arte casearia e portatore di un grande dono: una forma del formaggio che produceva nel suo castello sulle Alpi carniche e che per questo portava il suo nome. Montasio spiegò a Maria e Giuseppe che il suo formaggio era delicato e genuino, ricco di valori nutrizionali ottimi per la crescita, dunque perfetto per il piccolo Gesù, ma anche per il resto della famiglia grazie all’alta tollerabilità.

Dono che fu molto gradito da Maria e Giuseppe che ne offrirono a tutte le persone intervenute a salutare il loro bambino.

Che grande festa ci fu quella notte! E che delizioso spuntino fecero tutti. Pochi sanno che Giuseppe si accordò con Montasio – in segreto, per non offendere gli altri Re Magi – per farsi inviare una fornitura annuale di quello squisito formaggio che in breve tempo divenne famosissimo anche da quelle parti.

State sorridendo? Scommettiamo di sì. E dunque: missione compiuta!

 

Autore: Emanuela Valentini

 

Cinque curiosità sul formaggio: l’occhiatura del Montasio Dop

Quanto è buono il formaggio? Tantissimo.

Quante curiosità esistono intorno a un alimento così antico? Un’infinità!

Ecco perché noi della redazione del Montasio Dop le abbiamo lette tutte quante – o quasi – e abbiamo raccolto e selezionato per voi le più carine, le più particolari e divertenti che ci aiuteranno a conoscere meglio il formaggio che mangiamo.

1 Per esempio lo sapevate che il processo di creazione del formaggio risale al 7.000 Avanti Cristo? Risalgono a quel tempo infatti i ritrovamenti dei primissimi allevamenti di pecore e capre in Asia.

Anche i romani e gli etruschi erano produttori e consumatori di formaggio, ma fu solo nel Medioevo che le tecniche vennero definite e approfondite nei Monasteri e solo in seguito i formaggi arrivarono sulle tavole dei cittadini.

2 E lo sapevate che la classica forma tondeggiante delle forme deriva dal fatto che i primissimi formaggi venivano lavorati dentro le ruote per essere più facilmente trasportabili quando ancora non esistevano i motori? Li facevano rotolare!

3 Siamo certi di stupirvi anche con questa notizia: ogni anno a Birmingham, in Inghilterra, ha luogo il World Cheese Award! Avete capito bene: un concorso per formaggi che vengono assaggiati da 300 assaggiatori professionisti che decretano poi il vincitore, il più buono di tutti!

4 Nel Medioevo i formaggi più famosi erano il Marzolino (perché prodotto a marzo) e il Parmigiano, chiamato anche “maggengo” perché invece lui era prodotto a maggio. E poco dopo, nelle Abbazie di Moggio Udinese, Chiaravalle e San Lorenzo di Capua nacquero il Montasio, il Grana e la Mozzarella di bufala: veri tesori della meravigliosa dieta mediterranea.

5 I formaggi hanno gli occhi? No? E allora cos’è l’occhiatura? Quella del Montasio per esempio qualcuno l’ha definita a occhio di pernice per alcune sue caratteristiche: è omogenea con occhi “ piccoli, regolari e lucidi all’interno”: ma di cosa stiamo parlando? Questa è la curiosità più curiosa di tutte.

Avete presente i buchi che ci sono in certi tipi di formaggi, uno su tutti l’Emmental?

Quei caratteristici fori rotondeggianti altro non sono che bolle di anidride carbonica che si formano durante la maturazione. E possono essere di varie dimensioni o regolari, piccoli e graziosi come quelli del nostro Montasio Dop!

 

Autore: Emanuela Valentini

 

 

Le tradizioni del Montasio: sapori ad alta quota

Le vacanze, per la famiglia e soprattutto per il marito, equivalgono a escursioni e vita all’aria aperta: Marika lo sa bene ed è uno dei motivi per cui l’ha sposato.

Fin da ragazza, le era sempre piaciuta la sua immagine di uomo avventuroso, capace di affrontare le fatiche dell’ascesa con un sorriso ottimista però, forse, il percorso delle malghe del Montasio, da Chiusaforte al rifugio Giacomo di Brazzà era un po’ troppo come primo giorno di escursione nei dintorni della riserva naturale Val Arba.

Sara non si lamentava ma Samuel, cominciava a stancarsi e, avvilito, aveva smesso di chiedere quanto mancava al rifugio.

– Forse dovremmo tornare indietro… – mormorò Marika, un po’ preoccupata.

– Siamo quasi arrivati, ancora qualche passo e, ecco il rifugio! – esclamò Marco, con il solito sorriso.

La vista della casetta illuminò lo sguardo di Samuel che sorpassò tutti per raggiungere le panche per sedersi mentre gli adulti si godevano il panorama mozzafiato camminando.

Al rifugio si potevano anche assaggiare le specialità della zona e il gestore propose, per cominciare, affettati e formaggi di malga.

– Mi piace il formaggio ma, purtroppo, sono intollerante al lattosio… – spiegò Marco

– Non si preoccupi, il formaggio Montasio prodotto nella malga è ottimo, anche per chi è intollerante al lattosio e ha talmente tante qualità buone per la crescita e la salute da fornire energia per fare due volte il giro delle malghe –

Il gestore del rifugio spiegò loro che il formaggio Montasio è considerato molto pregiato perché, anticamente, gli allevatori dei paesi vicini conducevano le vacche sulle malghe, il posto migliore per il pascolo anche se faticoso da raggiungere.

Lasciate libere e non chiuse tutto il giorno nel recinto, le bovine potevano godersi l’aria pura e le tenere erbe montane. In quelle condizioni, producevano un latte squisito per i vitellini e i loro padroni, materia prima per produrre formaggi e specialità casearie ricche di calcio, proteine e vitamine e con pochissime, se non inesistenti, concentrazioni di lattosio.

– Pascolano ancora le mucche da queste parti? – domandò Samuel che, nel frattempo e per sicurezza, aveva mangiato la sua parte di formaggio Montasio e quella di suo padre.

– Sì, quando raggiungerete le malghe le troverete. –

E infatti, le trovarono a pascolare placide e tranquille perfettamente integrate ai profili e ai pendii del Montasio. Samuel non le aveva mai viste da vicino, se le immaginava sempre chiuse in una stalla in mezzo a campi piatti.

– Sono simpatiche, si lasciano accarezzare! – esclamò Samuel

– Sì però, mi raccomando, cerca di non fare movimenti bruschi che le spaventi! –

– Ok! –

A guardarlo così vivace, con le guance rosse e il sorriso del padre stampato in faccia, Marika pensò che forse doveva chiamarlo Peter, come l’amico di Heidi.

 

Autore: Rita Fortunato di paroleombra.com

 

Montasio e innovazione: i due volti della produzione

In vacanza è bello variare e quel giorno Marika e famiglia avevano deciso di visitare e fare aperitivo a Treviso.

Nella brochure turistica sul Friuli Venezia Giulia, le immagini dei luoghi da visitare e dei negozietti dove degustare ogni tipo di leccornia e specialità parevano boutique e a Sara, la similitudine piacque. Dopo l’escursione sulle malghe del Montasio, visitare Treviso poteva rivelarsi divertente come le domeniche di shopping al centro commerciale.

– Guardate, ci sono le stesse mucche di ieri in montagna! – esclamò Samuel puntando il dito sul vetro del finestrino dell’auto.

Al di là di un recinto e di un campo sconfinato, la stessa qualità delle vacche selezionate per produrre formaggi DOP pascolava con la stessa placidità delle cugine montane.

Poco più avanti, un cartello indicava la direzione per il consorzio e la latteria dove poter acquistare prodotti freschi e genuini. Decisero di andare a vedere, Sara sbuffò.

– Tranquilla, Sara, andiamo solo a vedere e poi, passeggiata e aperitivo a Treviso. – mormorò Marika, rassicurante.

In latteria, gli addetti al commercio al dettaglio raccontarono a grandi linee quali tecnologie erano rimaste aderenti alle tradizioni casearie del Montasio e quali innovazioni avevano portato ulteriori benefici, verificati e certificati, alla produzione di uno dei formaggi più rinomati e richiesti della regione.

Sara notò un depliant a riguardo:

Composizione dei formaggi DOP italiani

In alcuni formaggi stagionati, durante il processo di produzione vengono aggiunti al latte alcuni batteri, che eliminano il lattosio trasformandolo in acido lattico. Il Montasio a 60 giorni di stagionatura, ad esempio, è  privo di lattosio. Analisi di laboratorio confermano che il lattosio è presente con valori inferiori a 0,01 g per 100 g di formaggio: oltre 10 volte in meno del limite previsto dalla normativa nazionale e comunitaria.

La tecnologia adottata per sua produzione del formaggio Montasio, inoltre, non comporta l’uso di ingredienti con glutine. Ricerche di laboratorio effettuate presso il DISMA della Facoltà di Agraria dell’Università di Milano certificano, inoltre, che i campioni di formaggio Montasio analizzati non contengono glutine e per questo adatto anche per celiaci.

Sara era immersa nella lettura e non si accorse che i genitori e il fratellino avevano già concluso il giro.

Uscendo, Marco si rivolse a Marika chiedendole di ricordarsi del posto. Un cesto con le specialità del Montasio sarebbe stato un gustoso souvenir per le papille gustative di tutta la famiglia.

– Va bene ma, Sara? –

– Sono qui! – disse la ragazza, raggiungendoli.

Mise in tasca il depliant informativo con l’idea era di finire di leggerlo più tardi o alla prossima tappa di quelle vacanze in Friuli Venezia Giulia.

 

Autore: Rita Fortunato di paroleombra.com

 

Si mangia! Domenica d’autunno in famiglia: suggerimenti per il menù della festa.

È autunno, tempo di calore e dolcezza, di camino acceso, sfrigolio di legna e pranzi di famiglia nel tepore della casa. Finita l’estate con le sue insalatone colorate e fresche, gelati, frullati e insalata di riso, con la nuova stagione torna anche la voglia di mettersi ai fornelli e preparare piccoli manicaretti per le persone che amiamo, magari accompagnati da un buon vino italiano.

A volte basta veramente poco per realizzare piatti gustosi, unici e molto semplici da preparare: la dieta mediterranea infatti è ricca di ingredienti stagionali capaci di caratterizzare le nostre tavole coi loro colori, profumi, sapori meravigliosi. E allora perché non provare a sentirsi chef per una volta? Scommettiamo che poi ci si prende l’abitudine!

In ogni caso, per facilitarvi l’immersione in cucina e vivacizzare i pranzi e le cenette autunnali, abbiamo pensato di selezionare per voi alcuni consigli golosi che renderanno meravigliosi i pasti della domenica e delle feste, senza rinunciare all’attenzione per la salute, che per noi del Consorzio Montasio Dop è sempre in primo piano. Infatti, il formaggio Montasio è un alimento che fornisce un apporto di nutrienti equilibrato, adatto ai grandi ma anche ai bambini.

Per cominciare proponiamo una bella teglia di Lasagne al radicchio trevigiano e Montasio sfumate al vino rosso, classica, intramontabile eppure sempre nuova in tutte le sue rivisitazioni. La ricetta la trovate su Giallo Zafferano e siamo certi che non vi deluderà.

Tra i secondi e i contorni possibili abbiamo pensato di consigliare le delicate e morbidissime Polpettine di spinaci al cuore filante di Montasio, adatte anche a una cena leggera e sfiziosa. La ricetta delle polpettine la potete trovare su ricetta.it.

E visto che amiamo le sfiziosità, ancora secondi e contorni!

Per arricchire la tavola domenicale o natalizia proponiamo il Tortino di patate su fonduta di Montasio e attenzione perché crea dipendenza…

Ma, lo sanno tutti, un pranzo della domenica non è perfetto senza un dolce a coronare tanta magnificenza: e dunque, per finire in bellezza – e bontà – ecco le Pere con crema di vaniglia e mousse di Montasio, dessert elegante e ricercato anche se facilissimo da preparare. Le indicazioni sono sul nostro sito: www.montasio.com/ricette.

Non dovete fare altro che provare. E a noi non resta che augurarvi tanta felicità e Buon Appetito!

 

Autore: Emanuela Valentini

 

Storia e Montasio: una ricerca da dieci e lode

Finita la scuola e appena entrava in casa, Samuel lanciava lo zaino in corridoio per fiondarsi sui suoi amati videogiochi tranne quel giorno che si era diretto subito in cucina, aveva posato lo zaino e, svelto, aveva appeso un foglio sul frigo.

– Dieci e lode, in storia? –

Marika era sorpresa. Sapeva che la storia, come materia, proprio non gli andava giù. Lesse il foglio, parlava del Montasio e della sua produzione:

– Il Montasio appartiene alla grande famiglia dei formaggi alpini, prodotti che nacquero all’inizio del millennio nelle vallate delle Alpi Giulie e Carniche. Si voleva conservare il latte così da avere qualcosa di mangiare anche quando non veniva prodotto. Esiste dal 1200 e veniva prodotto dai frati Benedettini che, nei loro monasteri scrivevano tutto quello che riguardava le varie tecniche di produzione adottate dai malghesi della zona. A quei tempi, gli unici che sapevano scrivere bene erano i monaci che, chiamati amanuensi, passavano il tempo in cui non lavoravano a tenere copia scritta di libri provenienti da altri paesi e di documenti mercantili che potevano servire ai proprietari delle terre dove si produceva il Formaggio Montasio. Un prodotto che era molto ricercato e apprezzato nell’Italia Nord-Orientale perché, dai prezziari della città di San Daniele, datati 1773, si può leggere che il Montasio aveva un costo d’acquisto di molto superiore alla media degli altri formaggi… –

La ricerca continuava ancora di altre due pagine, precisa e dettagliata.

– Ho scritto tutto quello che ci raccontava quel signore che ci faceva da guida a Moggio Udinese e che ci ha indicato il convento delle suore Clarisse, quello dove i monaci Benedettini producevano il Montasio. Alcune cose le ho aggiunte guardando nel libro di storia che ci ha consigliato la maestra. –

Marika si ricordava di quella gita. Samuel, invece di seguire la guida, gironzolava nei dintorni come un capretto e non sembrava tanto attento alla storia dei luoghi e delle persone che vi hanno vissuto e lavorato. Si era fermato solo quando si erano stesi sull’erba per fare uno spuntino mentre lei, Marco e Sara parlavano di cosa fare il giorno dopo prima della partenza e del rientro a casa, senza far alcun riferimento a tutte le cose che il loro Cicerone gli aveva raccontato.

Si voltò verso il bambino. Senza che se ne accorgesse si era preparato da solo la merenda: un panino con prosciutto San Daniele e una fetta di Montasio.

Effetto gusto delle vacanze in Friuli Venezia Giulia?

 

Autore: Rita Fortunato di paroleombra.com

Halloween e Montasio DOP: una festa da gustare tutti insieme

Dolcetto o scherzetto? La notte di Halloween si sta avvicinando: è tempo di pensare a un modo divertente per coinvolgere tutta la famiglia in questa simpatica festa. E non c’è niente di meglio di un assaggio di Montasio DOP per rendere più gustosa la notte più paurosa dell’anno.

Ma quali sono le origini di Halloween? Secondo un’antica tradizione celtica, chiamata Samhain, la notte del 31 ottobre era dedicata a celebrare la fine dell’estate. In particolare, gli abitanti dei villaggi avevano l’abitudine di dare alle fiamme dei cumuli di sterpaglie sulle colline. Si trattava di un rituale che aveva principalmente lo scopo di rinnovare l’erba dei pascoli e riportare le mandrie nelle stalle prima dell’inverno. Con il tempo però la vigilia di Ogni Santi assunse sempre di più un connotato esoterico, in quanto i fuochi vennero considerati un’arma per tenere lontane le anime dei defunti, che quella notte avrebbero varcato il confine dell’aldilà e sarebbero tornate a fare visita ai vivi. Sempre allo scopo di mettere al sicuro la casa e i suoi abitanti dai morti, in Irlanda prese piede la tradizione di svuotare la polpa di una rapa, incidendo la buccia per darle un’espressione demoniaca, e mettervi all’interno una piccola candela per illuminarla; la luce avrebbe così metaforicamente sconfitto le tenebre. Gli irlandesi che immigrarono negli Stati Uniti portarono con sé anche questa tradizione, ma, poiché nel nuovo mondo non avevano a disposizione le rape, cominciarono ad utilizzare le zucche, che da quel momento divennero uno dei principali simboli di Halloween.

Il 31 ottobre non è una festa riservata solo agli adulti, anzi, è un’occasione per far divertire i più piccoli non solo a mascherarsi ma anche a mettersi ai fornelli insieme a genitori, zii e nonni. Un alimento che si presta perfettamente ad essere utilizzato nella preparazione di divertenti decorazioni e che può essere consumato in totale sicurezza da tutta la famiglia è il formaggio Montasio DOP. La composizione nutrizionale bilanciata e l’alta digeribilità lo rendono adatto sia ai bambini, che alle persone anziane.

Una ricetta velocissima per un antipasto in perfetto stile Halloween è quella delle “scope della strega”. Prepararle è davvero un gioco da ragazzi in quanto non necessitano di cottura. Sono sufficienti 4 fette sottili di Montasio fresco, che verranno avvolte ognuna attorno a un salatino a forma di bastoncino. Per ricreare l’effetto della scopa, un adulto procederà ad incidere la parte finale delle fette di Montasio andando a simulare le setole. Basterà poi avvolgere un filo di erba cipollina per arricchire le setole della scopa e il gioco è fatto.

Un’altra idea molto facile consiste nell’utilizzare gli stampini dei biscotti, quelli dedicati al tema di Halloween, per realizzare gustossime zucche, simpatiche streghette e deliziosi fantasmini di formaggio Montasio DOP, che per la sua consistenza morbida si presta perfettamente a questo scopo. Il consiglio è quello di disporre tutti i soggetti di formaggio in un piatto da portata di colore nero, che fa risaltare il colore del Montasio e di abbinarci delle ciotoline riempite di confettura, che si abbinano al gusto del formaggio, come quella di albicocche e quella di mirtilli.

Infine, non dimenticate di addobbare la casa in stile Halloween! Via libera quindi a finte tele di ragno, a teschi di cartone e non può mancare una grossa zucca con il lumino per portare avanti la tradizione dei nostri antenati celtici.

Trend in crescita per la DOP Montasio

I dati di vendita del formaggio Montasio DOP nei primi nove mesi del 2020 hanno registrato un incremento del 7,8%.

“I consumatori si fidano della nostra DOP e il mercato ci premia, ha commentato il Presidente del Consorzio, Valentino Pivetta; il nostro è un formaggio dall’alto valore nutrizionale, legato alla tradizione e di qualità elevata che si distingue per le sue proprietà organolettiche e le caratteristiche di distintività. Si evidenzia, infatti, una crescita del Montasio di media stagionatura – oltre i 150 giorni – quando il formaggio raggiunge più gusto e armonia”.

Il Consorzio sta portando avanti un piano di promozione volto a coinvolgere le principali insegne della GDO del Nord e Centro Italia. Inoltre, una particolare attenzione sarà riservata al settore Horeca e alle Gastronomie specializzate. Si tratta di azioni di marketing che saranno applicate anche in Austria, per tutto il 2021.

Le attività di valorizzazione del brand, implementate dal Consorzio, evidenziano come il formaggio Montasio sia amico della salute e del benessere grazie al suo apporto energetico e alla sua naturale caratteristica di essere privo di lattosio. Una strada tracciata che prosegue attraverso una stretta correlazione con la sostenibilità e la salvaguardia del territorio, tematiche legate al benessere animale, all’educazione nutrizionale per la salute dei consumatori e alla valorizzazione delle produzioni locali. Aspetti fondamentali per la DOP Montasio la cui qualità, data anche dalla provenienza delle materie prime, è indissolubilmente legata alla zona di produzione.

 

Montasio DOP: la storia di un amore per la tradizione

La storia del formaggio Montasio dimostra come l’impegno, la costanza e la passione possano portare alla nascita di una tradizione, capace di trasmettersi di generazione in generazione. Come tutte le storie che si rispettano, anche quella del Montasio deve essere analizzata nei suoi elementi principali: i personaggi coinvolti, le azioni compiute, il luogo e il tempo in cui si svolge il nostro racconto.

La storia del caratteristico formaggio italiano origina dalle persone che, nel corso degli anni, ne hanno messo a punto le tecniche di produzione. Si tratta di una collettività che con dedizione si è presa cura del territorio, strettamente legato alla produzione del Montasio. Il mestiere del casaro non può esistere, infatti, se prima le vacche non vengono portate a pascolare e non si sfalciano i prati per avere una riserva di fieno. Oggi come allora, la cura del bestiame prevede responsabilità e impegni improrogabili: gli orari devono essere strettamente rispettati, sia per la mungitura sia per l’alimentazione degli animali; spesso può capitare di passare notti insonni di fronte ad un parto impegnativo; inoltre, è di fondamentale importanza prevenire in modo corretto o, purtroppo, far fronte alle malattie che sopraggiungono senza preavviso.

Introducendosi di più nell’ambientazione della storia del Montasio, si rileva come il nome di questo formaggio derivi dalla sua prima zona di produzione, ossia il massiccio del Montasio, delimitato dai corsi del Fella a ovest, dall’Isonzo a est e comprendente la Val Raccolana verso sud. Con gli anni però la zona di produzione del formaggio Montasio si è espansa in tutto il territorio delle province di Udine, Pordenone, Gorizia e Trieste; e in tutto il territorio delle province di Treviso e Belluno ed in parte le province di Venezia e Padova.

Per ricostruire la storia del Montasio occorre fare riferimento a un prezzario della città di Udine risalente al 1773, relativo alla vendita delle merci grasse, dove compare per la prima volta il “Montasio Vero”. Inoltre, a sostegno di questo ritrovamento, nella zona della Carnia a metà dell’Ottocento erano già sorte numerose latterie sociali, per arrivare alla fine del secolo a registrare circa 96 latterie in tutta la provincia di Udine. Ma le sue origini sono molto più antiche: proprio nell’altopiano del Montasio sono state trovate testimonianza della produzione del Montasio fin dal 1200, presso l’abbazia dei monaci benedettini di Moggio Udinese, dove venivano affinate le prime tecniche di produzione per trovare una più comoda modalità di conservazione del latte e combattere la carenza di cibo dell’inverno. Nel corso dei secoli la storia del Montasio si è evoluta fino al riconoscimento come “tipicità” nel 1955, per poi ottenere la Denominazione di Origine Controllata (DOC) nel 1986 ed, infine, la Denominazione di Origine Protetta dieci anni dopo.

Si può concludere, quindi, come la storia del formaggio Montasio sia la dimostrazione dell’amore e della passione che tutti i giorni i malgari manifestano per il territorio, per le persone, per gli animali, nonché per una tradizione, che si rinnova di anno in anno rimanendo sempre fedele a se stessa.